…e sono 117!
Finalmente, dopo alcuni anni di prove incrociate e riscontri, la notizia è ufficiale. L’Ununseptium è entrato ufficialmente nella lista dei nuovi elementi sulla tavola periodica. Ora, come laureato in una facoltà di chimica, non riesco a scrollarmi di dosso l’idea che questi ricercatori appartengano in realtà ad una setta segreta, votata al solo scopo malefico di rendere la vita impossibile agli studenti di chimica; obbligati dagli adepti inferiori della setta ( professori di superiori ed università) a ripetere a memoria nomi e proprietà di elementi che hanno un tempo di emivita ( il tempo in cui l’atomo rimane stabile) di decimi o centesimi di secondo. Ma per mascherare questo nefando obbiettivo, sembra che gli scienziati che operano nel campo della chimica, abbiano inventato una nuova scusa, la ricerca dell’ipotetica “isola della stabilità“.
Questa definizione, individua una zona particolare del grafico che mette in relazione la massa atomica di un elemento e il suo periodo di emivita. Fino a pochi anni fa, tutto era semplice e lineare, gli elementi conosciuti e scoperti, seguivano una regola, più la massa di un atomo era pesante e meno stabile era quell’atomo. Questo succede perché i protoni che formano il nucleo sono della stessa carica e tendono a respingersi, ma sono legati insieme dalla forza forte ( una delle quattro forze della fisica ); quando il numero di protoni aumenta però, la forza di repulsione si incrementa e il nucleo diventa più instabile. Da quando però si è cominciato a sintetizzare elementi artificiali con masse molto alte, i dati risultanti hanno cominciato a deviare dalla predizione e, per farla breve, è stato individuato un comportamento degli atomi particolarmente pesanti per cui sembra che elementi con un numero atomico vicino al 184 possano essere molto più stabili di quanto si poteva prevedere sino ad ora. Questo numero particolare è correlato con la conformazione del nucleo che, per rimanere stabile (secondo questa teoria) dovrebbe creare delle geometrie particolari in modo da ridurre l’energia necessaria per rimanere stabile.
Ora parliamoci chiaro, nessuno di questi elementi servirà mai a costruire un ponte, un aereo n’è qualsiasi altro oggetto, le prove stesse che questi atomi super pesanti esistano si basano su rilevazioni indirette dei prodotti di decadimento, ma la loro creazione e analisi sono necessarie per capire le leggi che regolano la struttura stessa della materia. L’Ununseptium ora, con la sua stabilità di mezzo secondo, sembra confermare questa teoria e quindi ora si cerca di creare atomi ancora più pesanti per completare il quadro. Per il momento la sola salvezza per le nuove generazioni di chimici è una buona memoria e magari qualche bigliettino per superare gli esami di chimica fisica.