Two Fingerz, al secolo Daniele Lazzarin e Riccardo Garifo, nati e cresciuti in provincia di Milano. Gavetta e niente talent show. Incredibile ma vero. Negli anni ‘00 e ‘10 ce l’hanno fatta senza clamorose spintarelle. Anzi.
Il duo, di origini rappettare, si fa conoscere al mondo underground grazie a Downtown, un album, rimasterizzato con piacere in seguito, che mostra chiaramente le potenzialità e lascia intravedere la vera magia.. La grande occasione, dopo la gavetta di provincia, quella vera, arriva grazie a una Major e al primo contratto. Si chiudono in studio e nasce Figli del Caos: un album abbastanza diverso rispetto al loro stile. Non male, delle belle produzioni, spinto dalle collaborazioni con quelli che erano i big dell’epoca. Siamo nel 2007 e purtroppo il disco non ha l’impatto di vendite previsto, nè dai ragazzi, nè dalla major. Poca pubblicità e poca gloria? Inutile pensarci troppo.
Scaricati, infatti non demordono e nonostante tutto si rinchiudono ancora in studio e adottano un approccio pubblicitario alternativo per il 2008. Martellano con le loro idee la rete e la conquistano. Cresce l’hype per il nuovo progetto. Non avendo bavagli e preconcetti da chi deve giudicare il loro operato, si sbizzarriscono e creano un doppio disco. Il disco nuovo e il disco Volante entrambi preceduti da un street disc: il disco finto.
La strategia colpisce in pieno. Senza catene e impedimenti vomitano 36 canzoni nel panorama italiano quasi tutte di alto profilo. E conquistano tutti. Cominciano a girare l’italia, a far serate, dirigono una trasmissione su hiphoptv su sky. Nulla di organizzato a livello professionale, si attrezzano loro, prendono il toro per le palle e non lo mollano più. Esplode la two fingerz mania. La crescita è evidente al compleanno di HHTV, da “invitati” si trasformano in uno dei principali artisti dell’evento. E ovviamente la major si deve ricredere e li deve ricercare.
Naturalmente l’approccio è completamente diverso, le esigenze e il potere dell’etichetta è meno pressante e Mouse Music risulta un ottimo prodotto. Vende e bene e li lancia per un tour in Italia e in piccole grandi collaborazioni a destra e a manca, accrescendo ancora la fama del duo sempre più in televisione, nelle sigle, nelle radio.
Questi 7 / 8 anni rappresentano un percorso e una maturazione sia a livello personale che musicale. Dimostrano a tutti grazie a “Burattino”, “Questa musica”, “ShaLaLa” di poter fare più di un singolo stile musicale. Sono geniali ed è per quello che hanno successo. Rinchiuderli nella dicitura rap/hiphop risulta oramai riduttivo.
Di certo non sono un nome ricorrente fuori dagli under 40, rimangono sempre un po’ legati a questa generazione spinti tantissimo da Internet ma oggi con l’uscita di V, chiudono il percorso di crescita e dimostrano di essere una realtà e non più una promessa, meritandosi ampiamente la vetta dell’Itunes Store, conquistata con forza e decisione.
Tenendo fede alle proprie origini le produzioni variano molto. Si passa da “Bomba Atomica” che mischia elettronica e ritmo con un ottimo risultato, alla campionatura/cover di “Ridere di Me” (te) di Vasco (ed ecco qui i vantaggi di lavorare con una Major). Si passa dalla storia del grillo e della formica di “1+1=3” al richiamo di truzza memoria di “Sabato Notte”. E’ un piacere iniziare il disco con “Palloncini” capolavoro della fusion iniziata in “Mouse Music” e ritrovarsi nelle problematiche di tutti i giorni ricordando anche un grandissimo in “Bella Totò”. I due singoli già usciti prima del disco, “la cassa dritta ha sempre ragione” (non ha bisogno di ulteriori spiegazioni) e “Ciao”, bellissima, leggera e attuale, sono scelte ponderate e vincenti.
Poche le collaborazioni, Fedez, Ensi (la migliore) e Baby K, altro segnale che non c’è bisogno di particolare supporto. Il duo è autonomo e cavalca l’onda senza problemi.
Riccardo “Roofio” Garifo dimostra ormai da anni di saperci fare sul tappeto musicale di una canzone. Varia tantissimo su tutto. Non è così facile trovare un mix così vario su un disco come quella che si trova in V. Dall’altra parte Daniele “Danti” Lazzarin dimostra ancora una volta la propria genialità: giochi di parole, abilità da cantastorie, profondità e semplicità, variazioni vocali.
C’è tutto. Il target è di sicuro un target giovane e probabilmente rimarrà quasi lo stesso anche per questo disco. E’ difficile convincere oltre una certa età ad ascoltare artisti giovani che non siano in tv 122 ore al giorno ma potrebbe soddisfare più di un palato, superate le apparenze. Ecco perché magari potrebbe non essere la definitiva trasformazione o ecco perché non mi stupirei a trovarli a Sanremo.
Giovani, geniali e 100% Italiani. Two Fingerz Up.