«Tondelli fu uno dei primi intellettuali a tentare di raccontare e descrivere il presente non da una prospettiva distaccata, ma vivendoci dentro e mettendoci le mani e il corpo. Facendosi lui stesso presente, senza però cedergli. Aveva pudore, e una chiarissima coscienza della serietà del lavoro intellettuale: per indole e convinzione rifiutò per tutta la vita di farsi spettacolo, di trasformarsi in un simbolo o in un personaggio TV». Così ha scritto Giacomo Papi per ricordare lo scrittore a venticinque anni dalla morte, avvenuta il 16 dicembre 1991.
Tondelli è stato l’ultimo scrittore italiano che è stato grado di rappresentare un’intera generazione.
Senza dubbio è stato l’ultimo grande scrittore del Novecento italiano. Se Altri libertini rappresentò il simbolo di una nuova generazione di scrittori, Camere separate, uscito da Bompiani nel 1989, è il romanzo che incarna la ricchezza culturale e le contraddizioni un’epoca, quella degli anni Ottanta, vissuta intensamente da Tondelli che nei suoi scritti già aveva aperto le porte a un futuro che non riuscirà a vedere.
A venticinque anni dalla sua scomparsa Bompiani pubblica nella collana Classici contemporanei una nuova edizione del romanzo curato da Fulvio Panzeri.
Nel volume è presente una sezione intitolata Bonus Track in cui il curatore raccoglie materiale che riguarda la scrittura e la personalità di Tondelli ( lettere, interviste, scritti e altre stesure)e che arricchisce di nuove intuizioni quello che è stato definito il testamento spirituale dello scrittore.
Tornare a leggere i tre movimenti da cui è composto il libro coraggioso che ha il coraggio di mettere a nudo le parti più intime dello scrittore che in queste pagine si racconta attraverso la figura di Leo, significa rendersi conto che sono ancora validi tutti i ruoli di riferimento generazionale che fanno oggi di Tondelli uno scrittore imprescindibile per comprendere questo tempo.
« La forza di Tondelli –scrive Fulvio Panzeri in un articolo pubblicato su Avvenire per i venticinque anni della sua morte – è stata quella di essersi posto nell’ottica dell’osservatore curioso e attento di tutte quelle tendenze che allora caratterizzavano la “nuova” realtà giovanile e che creavano un paesaggio diverso anche per la letteratura, in quanto cambiavano i punti di riferimento della società, con l’imporsi della musica e del rock come realtà vissute in forma collettiva, attraverso la nascita delle radio libere, i concerti, il fenomeno aggregante e disgregante al contempo delle discoteche, ma anche di una creatività diversa che iniziava a porre le basi di quella che sarebbe esplosa come rivoluzione informatica, allora agli albori, con i primi videogame, l’utilizzo dell’elettronica e della computer art nei primi video musicali. Era una scena, quella degli anni Ottanta, che vedeva su un palcoscenico immaginario, dislocato in varie zone d’Italia, i “nuovi” creativi che volevano innovare i linguaggi, dal teatro alla musica fino al fumetto, non più considerato come genere di consumo popolare, ma utilizzato come forma d’arte applicata (si vedano, su tutti, gli esempi di Pazienza e di Mattotti)».
Camere separate è un romanzo felice e straordinario in cui amore, morte e nostalgia si contaminano per rappresentare la crisi di un tempo, il nostro che ha dissipato ideali per fare spazio un post- postmodernismo in cui tutto si è perso.
Sarà lo stesso Tondelli in una conversazione con Luigi Romagnoli a dire: « Negli altri miei libri credo di essere stato un po’ sulla superficie, di avere volutamente raccontato la superficie delle cose. Preferivo la descrizione di certi ambienti, di certa fauna, di certe città, mentre in Camere separate volevo cercare le ragioni più profonde del mio modo di scrivere, del mio modo di vivere».
Camere separate è un alto momento di riflessione in cui Tondelli cerca di vedere dentro se stesso, avendo il coraggio di identificarsi con il protagonista.
È un esame di coscienza laico che diventa un testamento di distillati sentimentali unici e irripetibili, come lo sono stati gli straordinari Biglietti agli amici, senza i quali Tondelli non avrebbe scritto questo suo ultimo e grande libro.