La realtà è un luogo in cui ci muoviamo quotidianamente, dove quello che percepiamo diventa la nostra visione del Mondo e qui ci districhiamo tra le nostre incertezze cercando di sopravvivere. Forse, però, ci potrebbe essere qualcosa di meglio oppure di terribilmente peggio. Da questo spunto si snodano i racconti di Daniele Titta in “Sempre meglio della realtà”: personaggi veri che loro malgrado sono catapultati in un una realtà distorta dove può succedere di essere trasformati in viscide lumache, dove epidemie mortali stanno sterminando il genere umano e dove capita persino di innamorarsi del proprio appartamento. L’autore descrive con precisione chirurgica le pulsioni più nascoste dell’animo utilizzando un vocabolario ampio e dettagliato, riuscendo a coinvolgere il lettore nelle folli storie narrate. La sapiente fusione dei generi unita ad un riuscito mix di termini tecnici riesce a creare un perfetta combinazione di racconti in cui i fili conduttori, nonostante le terribili avventure descritte, sono in realtà le paure e i difetti dell’essere umano. Come ad esempio nella storia “Ballando sulle rovine” dove il protagonista lavora per un’impresa edile che vince appalti in maniera poco pulita e collabora con grotteschi colleghi ma sogna di diventare un grande documentarista nonostante i tanti tentativi falliti. E quale occasione migliore per realizzarlo se non quella di trovare uno scienziato pazzo che vuole fondere mammiferi e rettili in una nuova specie? Se poi c’è la possibilità di farlo vendicandosi anche della propria ex-fidanzata tutto si trasforma in una machiavellica vendetta nei confronti della vita stessa. Perché, alla fine dei conti, può cambiare l’ambientazione e la realtà, ma è sempre l’essere umano stesso il vero mostro da combattere per riuscire a sopravvivere.
Daniele Titta è nato nel 1978 a Roma, dove vive. Laureato in Antropologia, da sempre attratto dalla scrittura, ha pubblicato una decina tra libri inchiesta e istant book. Ha lavorato come redattore e come correttore di bozze, ma ha fatto anche il regista, il fonico, lo scenografo, l’attore. Attualmente lavora come sceneggiatore freelance. Il suo romanzo Tracce di Memoria è stato finalista al Premio Urania 2011.
CasaSirio Editore nasce nell’aprile del 2014 a Torino, si definisce una casa editrice pop. Ama le storie semplici e veloci, storie vere e storie da bar, libri che si vorrebbe non finissero mai.
surreale
Era solo un sogno dicono al mattino coloro che, aperti gli occhi su un nuovo giorno, realizzano che le immagini apparentemente reali attraversate durante le ore notturne non sono state altro che il prodotto di un fenomeno psichico legato al sonno, in particolare alla fase REM.
Era solo un sogno può esprimere rammarico o sollievo, ma in entrambi i casi durante le ore successive il sognante percepirà una sensazione di fastidio legata o all’improvvisa assenza del benessere che abitava le immagini oniriche o all’improvvisa riapparizione di visioni da incubo, in entrambi i casi ciò che si è visto subirà mutazioni, allargamenti accorciamenti, rotolamenti e difficilmente si proporrà di nuovo nella stessa identica veste.
Quale evento irripetibile, svanito nel momento stesso in cui è stato, il sogno non può essere fotografato a meno che il tuo nome non sia Jim Kazanjian, a meno che tu non sia un grafico pubblicitario mago di Photoshop, a meno che tu non abbia una fervida immaginazione dall’inquieto e mistico sapore onirico.