Il Veneto è indipendente. O meglio, vorrebbe esserlo. Perlomeno se si presta orecchio agli organizzatori del movimento “Indipendenza Veneta”, autori di un referendum sulla secessione della regione più grande del nord-est. Da Treviso, dove si sono ritrovate poche decine di persone per festeggiare il risultato della consultazione elettorale, giurano “il 57% ha votato sì” e farneticano sul diritto di autodeterminazione dei popoli. Lo snodo fondamentale del loro ragionamento. Chi può negare l’indipendenza ad un popolo che la brama? La risposta è ovvia e sacrosanta, sia ben chiaro. Qualunque popolo ha il diritto di decidere da sè della propria sorte. Ora, tuttavia, viene il nocciolo centrante della questione: esiste un popolo veneto completamente differenziato da un, cosiddetto, popolo italiano? E qualora esistesse sussistono delle condizioni tali da considerarlo dispoticamente dominato dall’Italia? In altri termini ha senso considerare il Veneto come una sorta di colonia dello Stato Italiano?
Tanto ovvia era la risposta alla domanda precedente, tanto ovvia lo è questa. No. I veneti non posseggono un patrimonio etnico e culturale che possa differenziarli, totalmente, dall’italianità. Non esiste, in poche parole, uno stato straniero da cui affrancarsi. Sono, siamo, tutti italiani. Peraltro i tributi riscossi dallo Stato centrale, additati come la prova tangibile della tirannia italica, vengono, in parte come per tutte le altre regioni, reinvestiti sul territorio. Utilizzati per garantire i servizi.
Non ho alcuna velleità apologetica. Non ho intenzione di difendere lo Stato italiano. Al contrario, sono ben conscio delle sue infinite e abnormi pecche e mancanze. Solo sono molto sensibile ai deliri. Perché questi sono deliri, come altro definirli? Deliri, farneticazioni perpetrati da decenni e ormai ben radicati nel pensiero del settentrionale medio, che strepita di fronte agli sprechi di Roma ladrona, asserisce con solerzia e vigore “Noi siamo la locomotiva di Italia” e poi evade, non emette scontrini, nè ricevute e li definisce “merda da guardia di finanza”.
E proprio la questione fiscale si cela dietro le intenzioni di secessione,”il Veneto è stanco di pagare” è infatti lo slogan più in voga e più urlato. Questa è l’autodeterminazione veneta: “Vogliamo essere un popolo che non paga le tasse”. Che facciano pure. Ma si preparino anche ad essere un popolo senza ospedali, scuole, strade e infrastrutture e sussidi di qualche genere. Un vecchio adagio popolare ammoniva ” bisogna stare attenti a ciò che si desidera”. Non sbagliava affatto.