Non appena vidi il trailer di Carnage, nel 2011, ne rimasi subito così incuriosita da volerlo andare a vedere al cinema. Sfortunatamente, l’assenza di accompagnatori disponibili a vedere un film leggermente (si fa per dire) disturbante me ne ha fatto passare la voglia, e anche la mia infallibile memoria da pesce rosso ha riposto Carnage nella lunghissima (e immaginaria) lista di film da vedere, che puntualmente mi dimentico di compilare.
Ma bando alle ciance. Finalmente giorni fa ho avuto modo di vedere questo film, diretto, come già saprete, dal tanto discusso regista polacco Roman Polaski. Discusso a causa del recente scandalo riaffiorato dopo più di trent’anni, che l’ha visto colpevole di violenza sessuale. Oltretutto, Roman Polanski è legato, seppur indirettamente, alla figura ancor più discussa di Charles Manson (da cui un altro discussissimo personaggio, Marylin Manson, ha preso in prestito il cognome), che nel 1969 commise uno dei più celebri omicidi nella storia degli Stati Uniti d’America, in cui rimase vittima anche l’attrice Sharon Tate, nonché moglie di Polanski.
Veniamo ora alla trama. Prima di tutto dovete sapere che in realtà Carnage nasce come trasposizione cinematografica di una preesistente opera teatrale, precisamente “Il dio del massacro” di Yasmina Reza. I protagonisti, nonché gli unici attori visibili per tutta la durata del film, sono quattro. Due coppie della borghesia bene di Brooklyn, i Cowan (interpretati da Kate Winslet e Christoph Waltz) e i Longstreet (interpretati da Jodie Foster e John C. Reilly), si incontrano a casa di questi ultimi per decidere sul da farsi dopo un brutto battibecco avvenuto tra i figli delle due coppie, durante il quale Ethan Longstreet è stato picchiato con un bastone da Zachary Cowan, causandogli la perdita degli incisivi. Ma l’incidente sarà solo il fischio d’inizio ad una sequela di discussioni che sfoceranno, come riporta il titolo dell’articolo, in nevrosi e delirio. Infatti, tra una serie di litigi di futile natura (tra cui la questione del criceto dei Longstreet), i protagonisti, dapprima nascosti sotto il sottile velo dell’apparente educazione borghese, avranno modo di rivelare la loro vera natura.
Sebbene tutto il film sia ambientato in un’unica stanza (il salotto dei Longstreet, tranne per un paio di scene nel bagno della medesima casa), le inquadrature sono così sapientemente elaborate da non stancare mai lo spettatore, il quale, a dire la verità, è talmente impegnato a trovare un filo conduttore, nonché un senso logico, alle parole dei protagonisti.
Interessante anche come il circolo vizioso in cui i protagonisti sembrano come imprigionati non fa che cambiare direzione: se la questione del far fare pace ai due ragazzini sembra vedere di comune accordo marito e moglie, ecco che un banalissimo avvenimento, come il continuo squillare del cellulare di Michael Longstreet vede le due donne, dapprima acerrime nemiche, diventare alleate e schierarsi contro i rispettivi mariti, per poi attaccare un’altra discussione e ricominciare daccapo. Tutto questo non può che farci tornare in mente il teatro dell’assurdo, in particolar modo l’opera più rappresentativa di questo genere teatrale, “Aspettando Godot” di Samuel Beckett; lo schema di base è esattamente lo stesso: se nell’opera di Beckett i due protagonisti non fanno che aspettare inutilmente il Signor Godot, anche i protagonisti di Carnage non fanno che aspettare quel momento di lucidità che sembra ormai perduto, tanto da far loro esclamare più volte la seguente frase: “Questo è il giorno più infelice della mia vita”.
Da spettatori, sembrerà a voi stessi di essere entrati in un universo parallelo, dove la normalità si contrappone, sostituendosi, alla follia, che diventa la legge dominante su tutte le scelte future dei protagonisti, dapprima immagini della perfetta società medioborghese americana, in seguito selvaggi e disinibiti come animali liberati dalle loro gabbie.
Nonostante tutto ciò, a mio avviso non potrete fare a meno di apprezzare Carnage. Per cui vi consiglio, una volta terminata la lettura, di alzarvi e di procurarvi immediatamente questo film.
Altrimenti rischierete d’impazzire sul serio.