A raccontare una storia bisogna essere bravi, qualsiasi sia il mezzo utilizzato per raccontarla. Basterebbe questo per giustificare il mio sconfinamento nel mondo delle Graphic Novel. A questo però va aggiunto un mio interesse personale nei confronti di John Belushi. Quel Belushi, quello di Animal House e The Blues Brother. Quello che citate ogni volta che ripetete come un mantra la frase “Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare” quello a cui assomigliate un po’ tutti con un lenzuolo addosso.
Belushi ha avuto un ascesa fulminea nel mondo Holliwoodiano e un’altrettanto rapida discesa che lo ha portato a spegnersi alla giovane età di 33 anni e che lo ha fatto diventare un’icona pop per un certo tipo di persone affascinate dalle morti celebri.
Alberto Shiavone e Matteo Manera ci raccontano per immagini la storia di questo attore di origini armene, dal potenziale esplosivo e dal carattere instabile. Una biografia essenziale che però coglie tutti i momenti chiave della vita dell’attore.
“Belushi – In missione per conto di Dio” è una biografia che corre via spedita, proprio come la vita del personaggio che racconta, senza punti morti, senza la sensazione di noia che a volte si percepisce in chi vuole rendere il dramma di un destino già segnato. Già conosciuto. Senza moralismi, senza santificazioni, una descrizione pura dei fatti e un sottofondo di tristezza per qualcosa che non si poteva evitare.
Matteo Manera, l’illustratore, dispone le tavole in un disordine sistematico, capace di rendere a priva vista lo scombussolamento interiore prodotto da demoni di Belushi. Il tratto dei disegni è ruvido e scorbutico e non poteva essere altrimenti, anche se non mancano alcuni momenti di grazie. La storia però necessita di uno stile crudo, oserei dire spartano, la vignetta del corpo senza vita di John Belushi va guardata e riguardata. Concordo pienamente con la scelta di questo stile di rappresentazione un po’ sporco e un po’ foriero della tragedia che avverrà.
I testi sono ad opera di Alberto Schiavone, testi brevi, sintetici, che non invadono mai, che permettono di procedere per accumulo, tavola dopo tavola e che ci accompagnano, quasi sottotono, alla lenta rivelazione finale. Quel corpo nudo già citato. Dalle poche parole scelte si evince la forza propulsiva del carattere di Belushi, quell’energia bruciante che, appunto, lo ha arso troppo in fretta.
E’ quasi paradossale che la copertina si presenti di un brillante verde speranza, che poi, a conti fatti, è una speranza svanita.
Ottimo anche il lavoro delle Edizioni BD, sfogliando tra i loro titoli vi troverete davanti ad un catalogo di tutto rispetto, buon terreno di conquista per lettori esperti o per profani come il sottoscritto.