Lei, universo di tutte le cose
Recensione di Stefano Bonazzi
Marcello, ventisette anni, romagnolo, nessun lavoro e una laurea acerba che resta lì a prender la polvere. Marcello forse oggi lo potremmo definire un millennial eppure a me ha ricordato più la figura di un giovane Biassanot. Un ragazzo un po’ svampito ma di buon cuore che vaga per la città in balia di pensieri figli della sua generazione.
Marcello non ha orari da rispettare, scadenze tutte posticipabili, ogni impegno è uno spauracchio da tenere a distanza di sicurezza. Eppure Marcello non è uno sprovveduto. All’epoca di quella famosa proposta divideva un appartamento con Marco, un bilocale tutto sommato ordinato, magari un po’ carente sul fronte della pulizia (specie il gabinetto, protagonista di una scena alquanto divertente verso il finale) ma ben lontano da quei tuguri sporchi e pieni di bottiglie vuote in cui si muovevano gli adolescenti della generazione tondelliana. No, quella di Marcello è un’annata diversa, precaria nelle fondamenta, agrodolce in quel modo svampito e un po’ spaventato di immaginarsi a lungo termine, una generazione basata sull’istante, sul colpo di fulmine improvviso che fa crollare ogni difesa: lei. Quella ragazza figlia dell’attimo, vista per caso e poi rivista, a cicli continui, quando si andava a ballare a Igea Marina, quella per cui Marcello è diventato improvvisamente amante delle Voci Bulgare, di cui ha comprato pure i biglietti, dando fondo ai risparmi di una vita, solo per poterla invitare a trascorrere assieme un paio di giorni. Un’utopia del cuore fatta di camminate in mezzo alle calli veneziane con lo sguardo rivolto al cielo, finalmente soli, in attesa di quella fatidica notte assieme.
Una trama esile quanto un brivido, quella imbastita da Luca Tosi, esordiente giovanissimo che ha pubblicato una manciata di racconti su riviste on line (recuperatevi il suo “Marescialli, buonasera”, su Rivista Blam) ma che pare aver già trovato la sua voce. Paolo Nori è nell’aria ma io ci ho visto anche molto del Morozzi più bohémien. Frasi semplici, qualche espressione dialettale e un’atmosfera che ti mette subito di buon umore con quella prima persona scanzonata e un po’ cazzara che non perde tempo a cercare la metafora aulica o la citazione marchettara. Nessun esercizio di stile, un sacco di vissuto, del più verace. Come quell’amico che ti si attacca al citofono all’una di notte per convincerti a scendere in strada a far caciara, perché un gruppo di studentesse si è fermato sotto il portico a bere un paio di birre. Carpe diem, no? Come quella vita che ci attraversa solo una volta, Marcello farà di tutto per rendere perfetti quei due giorni assieme alla sua ossessione. Eppure questo Ragazza senza prefazione non è un romanzo d’amore ed in questo forse risiede l’abilità migliore di Luca Tosi. Quel suo modo dosato e schietto di girare attorno al fulcro dei pensieri di Marcello senza immergere questo centinaio di pagine nella melassa delle frasi fatte. E così ci divertiamo a cazzeggiare lungo le strade di Santarcangelo al fianco di questo ragazzo, vorremmo essere lì, assieme a lui, con la testa leggera e l’accenno di una smorfia di spregio verso tutti quei fighetti con il codino e gli addominali scolpiti in mostra sugli sgabelli di quelle che un tempo erano vere osterie e oggi sono diventate solo vetrine per gli hipster. Vorremmo mettergli una mano sulla spalla, a Marcello, fargli capire che quel senso di amarezza che si porta appresso è un sentore destinato a mutare presto, prestissimo, forse già nella pagina successiva. Vorremmo convincerlo che ora quella ragazza senza prefazione sembra tutto ma che poi la vita ci metterà del suo a scombinare le cose. Ma questo Marcello probabilmente già lo sa. Ne è consapevole quanto la penna di chi gli ha dato vita. E allora ce ne restiamo zitti e continuiamo a camminare lungo quel diramarsi di stradine arroccate in mezzo alle case, persi in pensieri che son tutti una curva, una salita e una discesa, verso una meta che ha già il sapore nostalgico dei viaggi più belli.
Luca Tosi è nato a Cesena nel 1990 e attualmente vive a Bologna. Suoi racconti sono apparsi su «Futura» (newsletter del «Corriere della Sera»), su minima&moralia, sulla rivista «’tina» diretta da Matteo B. Bianchi e nelle antologie Matti di guerra (Morellini Editore), curata da Andrea Tarabbia, e Cuore di Pietra (Skinnerboox), curata da Federico Clavarino e Wu Ming 2. Ragazza senza prefazioneè il suo romanzo d’esordio