Quando uno scrittore sa spiazzarmi con la sua prosa crudele, allora mi accorgo di essere davanti a un libro che difficilmente dimenticherò.
È il caso di Cacciatori nel buio, il primo romanzo tradotto in Italia dello scrittore inglese Lawrence Osborne.
Questo libro, in un certo senso, contiene tutti i libri di viaggio che Osborne ha scritto. Quando lo scrittore fa il grande salto nel romanzo costruisce una tela e una tensione narrativa che difficilmente lascerà i lettori indifferenti.
Robert, un insegnante inglese, si avventura in Estremo Oriente con tutte le inquietudini di occidentale in cerca di se stesso. Dopo aver vinto una somma consistente in un casinò sul confine tra Thailandia e Cambogia decide di restare in quest’ultimo paese e diventa un barang, ovvero uno dei tanti nomadi occidentali che cacciano nel buio alla ricerca impossibile di una felicità che non esiste.
Nella Cambogia sopravvissuta alla rivoluzione dei Khmer Rossi, il giovane insegnante nella sua deriva esistenziale incontra strani personaggi. A questo punto Osborne innesca nella trama una serie di ordigni crudeli e spietati che caratterizzano tutto l’intreccio, inchiodando il lettore alle pagine del suo libro
Il romanzo è intrappolato in una serie di reazioni a catena che hanno a che fare con la ricerca della felicità di Robert, che decide di fuggire dal grigiore occidentale della sua patria senza aver paura del salto nel buio che lo porta in una Cambogia in cui il confine tra bene e male e tra lecito e illecito è davvero inesistente.
Robert, all’inizio, è uno dei tanti giovani che si spingono in Estremo Oriente con pochi soldi per svernare in cerca di avventure. Successivamente si guarda indietro e pensa alla sua Inghilterra e alla sua routine esistenziale. Indietro non vuole tornare. Davanti a sé un buio da cacciare e la ricerca di una felicità che forse non troverà mai.
Il giovane insegnante sarà coinvolto in un intrigo avvincente dove un americano senza scrupoli, un poliziotto corrotto che truffa gli occidentali e una bellissima giovane cambogiana di famiglia benestante, sono i personaggi che danno vita a un thriller esistenziale che ha tutte le carte in regola per lasciare senza parole chi lo legge.
Quella di Lawrence Osborne è una scrittura spietata che mira a creare suggestioni forti.
Cacciatori nel buio, nell’ottima traduzione di Mariagrazia Gini, è una critica mirata al mondo occidentale.
L’ autore stesso ci dice ciò: «Un mondo in fuga e il potere si sta spostando verso est e l’occidentale fugge, perché si sente spiazzato. E non ho dimenticato che, come dice Chatwin, l’uomo è un animale migratorio».
Osborne, come il protagonista del suo romanzo, vive a Bangkok, dopo aver girato il mondo.
È egli stesso un cacciatore che non smette di cercare nel buio la felicità.Perché deve esserci un momento nel quale inizia la felicità, un momento preciso e reale.
Ma Robert e Lawrence Osborne sanno che non è così facile essere felici .