Favola. Quante volte questa parola è stata abbinata allo sport? E’ uno dei topoi, un luogo comune che ci piace usare per dare un significato profondo a quanto successo: “vedete, tutto può succedere, non bisogna mai arrendersi”. Verità indubbia, ma c’è anche l’altro lato della medaglia: l’incubo, il sogno che avevi tra le mani che ti viene improvvisamente scippato.
Prendete Watford – Leicester, una partita di calcio inglese valevole per i Playoff della Serie B locale. In sostanza, chi vince va in finale e si gioca la possibilità di accedere in Premier League (la A inglese), chi perde niente, saluta e ci riprova l’anno prossimo. Il Watford non è una squadra qualsiasi per noi italiani: la proprietà è del Belpaese, la squadra londinese infatti appartiene alla Famiglia Pozzo, la stessa che guida l’Udinese, e in panchina siede Gianfranco Zola, diventato ormai più famoso in Inghilterra che da noi. Ritorniamo alla partita: al Watford manca un gol per qualificarsi, siamo in pieno recupero e viene concesso un calcio di rigore agli avversari. Sul dischetto si presenta Knockaerts, in porta c’è Almunia, un portiere dal passato importante a difendere i pali dell’Arsenal, ma non un fenomeno. Knockaerts sbaglia, il tiro è centrale, Almunia respinge, ma la palla ricapita tra i piedi del rigorista che spara addosso ancora una volta al portiere e spreca l’occasione della stagione. Contropiede, i giocatori del Leicester non hanno la prontezza di commettere un fallo, l’azione si sviluppa, il portiere prova un’uscita che lo lascia sospeso nell’area, sponda di testa su cross, tiro della disperazione. Gol, tre a uno, Watford in paradiso, Leicester all’inferno.
Il destino, certo, ma anche tanti errori. Il calcio di rigore sbagliato, la ribattuta pure, la mancata prontezza nel commettere un fallo, l’uscita a vanvera del portiere, e la frittata è fatta. Lo stesso si può dire per gara 2 di basket tra Milano e Siena, con i senesi che commettono prima un fallo a cinque secondi dal termine della gara permettendo agli avversari di prolungare il match, poi nel supplementare, a una manciata di secondi dalla fine, lasciano partire un giocatore di Milano, coast to coast (da area a area), tiro, il canestro sembra sputarlo, la palla rimbalza e poi entra. Vittoria per Milano, Siena sconfitta. Fortuna? Anche, ma tanti, troppi errori.
Lo sport, qualsiasi sport, è un generatore di emozioni dal forte impatto. Fa conoscere ai protagonisti, e quindi agli stessi tifosi, il significato di parole come gioia, dolore, sogno, incubo, speranza e paura, ma soprattutto che il confine tra una e l’altra può essere davvero molto labile, quasi un segno impercettibile. Non è solo Fato, una parte importante la rivestiamo noi con il nostro impegno e i nostri errori.