Si arriva ad un certo punto della vita in cui una persona inizia a guardare al proprio passato. E’ inevitabile. Non so se sia un modo per sguazzare nei rimpianti, per crogiolarsi tra le occasioni mancate oppure per cercare di tirare le somme della propria esistenza.
Amo però pensare che la ragione principale sia un’altra. La voglia di potersi rifugiare, anche solo con il pensiero, in un periodo della propria vita che ha il sapore della scoperta. Un periodo in cui anche le esperienze più nere contenevano un filo di luce. Luce o forse speranza, che con l’età si perde un po’.
“Inchiostro” di Emilio Paolo Taormina è composta da due racconti. Il più lungo dei quali vale il prezzo di copertina del libro.
La storia che racconta è quella di un bambino palermitano che cresce mentre sulla città piomba lo spettro della seconda guerra mondiale. La fuga dalla città per rifugiarsi in campagna, l’occupazione dei tedeschi, i bombardamenti, l’arrivo degli americani, sono tutti fatti concreti, di una grandezza spropositata per un bambino. Fatti che si intrecciano con il personale, la madre malaticcia, il padre distaccato, la nonna burbera e autoritaria e naturalmente, le prime pulsioni.
La guerra poi finisce, il ritorno in città viene vissuto come una perdità di libertà. Alla scuola si preferisce vagabondare con Orangotango, Pippo e Topo, ma è solo una fase breve, anche un bambino di sei anni riesce a capire dove è la strada giusta.
Nel secondo racconto “Esame” assistiamo quasi ad una ripresa del personaggio del racconto precedente. Il bambino ormai è diventato grande, ora la vita gli pone davanti una serie di prove da superare. Oltre all’esame di maturità ne avrà un altro da superare, quello della maturità sessuale. Ma in fondo, dire di sì o no ad una prostituta è lo spartiacque che deciderà che tipo di uomo diventerai.
Quella di Emilio Paolo Taormina è una lingua poetica, perfetta per rovistare tra i ricordi della passata infanzia. Io non conosco l’autore, non so nulla della sua vita, ma mi piace pensare che ci abbia raccontato la sua storia. Perché è meraviglioso pensare che quel bambino sopravvissuto alle bombe sia cresciuto, sia diventato grande e ci abbia regalato questo piccolo libro.
Il bello si trova un po’ ovunque, basta cercare e avere un po’ di fortuna, o essere al posto giusto al momento giusto. Il bello oggi arriva attraverso le “Edizioni del foglio clandestino“, una piccola realtà editoriale milanese che, a quanto ho avuto modo di vedere anche grazie ad altro materiale in mano mia, fa le cose con cura.