Una dichiarazione di circa due minuti, poche risposte ai giornalisti presenti e poi parola all’avvocato. Così Josefa Idem ha deciso di affrontare la questione del mancato pagamento Ici-Imu e dei presunti abusi edilizi che la riguarda da vicino. Lasciamo da stare i luoghi comuni. Non tutti i politici sono ladri: per carità, ci sono e purtroppo non rappresentano una parte irrilevante. E lasciamo pure da parte le difese d’ufficio, la carriera – strepitosa – da atleta che la Idem ha alle spalle: il numero di medaglie vinte rappresentando l’Italia non c’entrano. Infine, ci sono delle persone che sanno solo insultare pesantemente e perdono ogni volta l’occasione di tenere chiusa la bocca.
Josefa Idem è stata sfigata. Si, perché l’opinione pubblica italiana è stata per lungo tempo tollerante verso comportamenti simili e ancora più gravi, mentre oggi incomincia a destarsi. E questo non può che rappresentare un bene, a patto che non si trasformi in giustizialismo e in una lotta tra i più duri e puri. C’è un passaggio della conferenza stampa tenuta due giorni fa che fa riflettere: “Me ne assumo le responsabilità come qualunque cittadino e sanerò ciò che c’è da stonare”. No, c’è qualcosa che non quadra, perché un politico, a maggior ragione un membro del Governo, non è un cittadino qualunque, ha onori e onori, compiti e responsabilità. Forse Idem ragiona ancora come se fosse una atleta, ma ora non lo è più. Giuste e doverose le scuse, nessuno, non potendolo sapere, può mettere in discussione la sua buona fede, ma avrebbe fatto una grande figura se si fosse presentata rispondendo alle domande dei giornalisti, senza intravedere un polverone alzato ad arte, e poi presentare le sue dimissioni.