“Poesia è il suicidio continuo di me stesso che ogni giorno mi ostino a sopportare”
De Comporre edizioni arricchisce la sua collana dedicata alla poesia con l’opera prima di Giuseppe Morgillo, “Atomi Afoni“. Il libro, sessanta pagine di poesia intensa e personale, rispecchia l’anima dell’autore e il suo grido al mondo ma è anche una raccolta di speranza e emozioni che la poesia solo è in grado di dare.
La poetica di Morgillo è al tempo stesso semplice e complicata: racchiude in se’ caratteri personali ma anche riflessioni filosofiche di non poco conto. Liberatoria per l’autore, piacevole per il lettore in alcuni tratti, criptica in altri.
Esordio positivo per questo autore campano, chiamato ora a fare il salto di qualità e a creare una poetica a più ampio spettro, capace di coinvolgere e al tempo stesso affascinare il lettore oltre l’esperienza catartica personale (per altro ben definita nella prefazione dall’autore stesso).
Unica pecca: la non facile decifrazione di alcune poesie. Serve una conoscenza approfondita di alcune tematiche per cogliere i riferimenti culturali di cui esse sono impregnate, tuttavia l’opera appare godibile e comprensibile nel suo complesso e non è difficile ipotizzare un futuro brillante per questo autore.
Estratto:
FIAMME E CENERE
Tra le polveri d’ogni giorno,
impercettito, nascosto senza dolo,
freme, si muove allo scrittoio,
inchiostro e lacrime sulla china,
tra putredine di mali, facezie, rancori.
La cenere a volte riluccica inospitale
nascondendo e conservando.
Così di quel corpo a me noto
in ogni petalo, fiammeggiava
più chiara che in uno specchio
la sua immagine smarrita.
Poche luci verdi,
un’onda tenue sulla banchisa,
passeggiava piano, mani nei capelli odorosi e sciolti,
lunghi più del vento ostinato che spirava.
Camminava morbida preceduta dai miei passi.
Spesso mi chiedo, sottovoce,
alle spalle di me stesso, quasi
ingannando il mio respiro
e rispondendomi sconsolato
se ancora viva nel suo cuore.