250 euro lordi al mese. 3000 l’anno. Lo chiamano “equo compenso” e sta scatenando in queste settimane una polemica senza fine tra i giornalisti freelance e chi questo accordo lo ha firmato. Potrei scrivere, da freelancer, tante belle cose, ma per ora non me la sento di farlo, un po’ perchè Antonio Conte si è dimesso, un po’ perchè difendere le categorie non ha mai senso, sopratutto perchè conosco tanti cialtroni che fanno i giornalisti part-time e che non meriterebbero neanche un euro, un po’ perchè io 250 euro lordi al mese, o 3000 l’anno, come freelancer non li ho mai visti. Li ho guadagnati per altre attività paragiornalistiche (direttore, caporedattore, opinionista, ecc…) ma mai come freelancer puro. Nove volte su dieci la paga da giornalista indipendente si riconduce a “in cambio ti facciamo pubblicità”.
Che se fosse quello il problema, avere visibilità, piuttosto che scrivere per un sito che mi usa come servo della gleba, farei prima ad entrare nudo in campo durante una partita della Juve con scritto sul corpo “Dovevate cacciare Marotta, non far scappare Conte. Porcaputtana!”. Magari come giornalista non andrei lontano, ma mi farebbero subito sindaco di Vinovo.
Ho provato a fare quattro conti: un giornalista freelance, al supermercato, se chiedesse di mettere a posto i carrelli ai clienti per intascarsi l’euro di cauzione, guadagnerebbe circa 4-5 euro l’ora. Su 8 ore di lavoro sono 32-40 euro. Su 20 giorni lavorativi, sono 700-800 euro. Poi ci paghi il pizzo agli zingari per il racket delle elemosine, ma questo è sicuramente inferiore rispetto alle tasse su uno stipendio regolare.
Il punto è questo: lo scandalo non è nella cifra, che è un minimo, ma nella parola “lorde”. Anche sulla miseria (250 al mese sono miseria), si pretende il versamento di imposte. Non importa quanto. Magari si chiede pure di versare i contributi pensionistici, che sarebbe giusto, se non fosse che con questi versamenti, non si arriverebbe mai comunque a maturare una pensione, con il sistema contributivo. Pagare, pagare, pagare.
Per contro, come contentino, passa la legge per cui chi “esercita abusivamente la professione giornalistica” da oggi può finire addirittura in galera, oltre a pagare multe salatissime. Che tutto sommato è un modo carino per venirci incontro, tutelarci, un po’ come gli zingari che spezzano le rotule a chi prova a farti concorrenza nel tuo supermercato. Ma a me non dà tanta soddisfazione
Non fraintendete: non ce l’ho ne’ con l’ordine dei giornalisti, ne’ con chi ha firmato questo accordo, ne’ con lo Stato che pretende sempre e comunque, ma che a quelli come me non dà mai nulla. So che il mondo è fatto così, faccio in modo di essere sempre in regola con le leggi dello stato, e sto così con la coscienza a posto.
Però vorrei che qualcuno mi concedesse almeno il diritto di difendere la mia dignità.