I fatti di cronaca più cruenti degli ultimi anni hanno spesso creato un circolo mediatico che sopravvive come un parassita che si nutre del morboso gusto delle persone annoiate, di conoscere ogni minimo particolare del delitto e delle persone che ne sono coinvolte. Programmi televisivi e radiofonici, articoli di approfondimento su riviste e giornali e ovviamente con sempre più prepotenza discussioni sui social network in cui tutti diventano giudici e opinionisti e sono pronti a condividere la loro sentenza e soprattutto, cosa più grave, cercano di trovare nel colpevole, o presunto tale, la motivazione psicologica o sociale che l’ha spinto a commettere un omicidio.
Il protagonista de Il mostro dell’hinterland di Matteo Ferrario si chiama Riccardo Berio, ha quarant’anni ed è una mente brillante ma solitaria, accusato di aver brutalmente ucciso i suoi due vecchi zii che sembrano essere perfetti e con cui condivideva una villetta bifamiliare. Riccardo è, suo malgrado, il prodotto fallito di una realtà familiare che voleva renderlo un ingranaggio di una macchina già oliata ma soprattutto è un solitario, senza amici né fidanzata. Con queste caratteristiche è il perfetto prototipo di colpevole che l’opinione pubblica aspetta di sbranare e umiliare con tutta la cattiveria possibile. Viene immediatamente ribattezzato mostro e la sua “triste” vita gettata al pubblico giudizio senza possibilità di difesa, diventa quindi il cattivo perfetto di una storia già scritta.
L’autore descrive e critica pesantemente, con tono graffiante e ironico, tutte le anomalie di un sistema che vuole far trionfare la giustizia a tutti i costi a discapito della verità, che in realtà non interessa a nessuno, soprattutto se non è quella che si immaginano. Lo fa con una scrittura scorrevole che coinvolge il lettore e lo rende, suo malgrado, complice di un assassino di un delitto che sembra essere reale. Ma il colpevole è davvero lui?
Matteo Ferrario è nato nel 1975 in provincia di Milano, dove vive e lavora. Architetto e giornalista, collabora con riviste di costruzioni e di edilizia sostenibile. Ha pubblicato racconti nelle antologie Via dei matti numero zero (Terre di Mezzo, 2002) e Racconti diversi (Stampa Alternativa, 2004). Per Fernandel ha pubblicato il romanzo Buia.
La casa editrice Fernandel nasce nel 1994 con l’omonima rivista letteraria, fondata con l’ambizione di porsi come mezzo di confronto e di scambio per le diverse esperienze di scrittura.
Nel 1997 Fernandel inizia a pubblicare libri, con particolare attenzione ai temi giovanili. Diventa così in pochi anni una casa editrice di riferimento caratterizzata dal suo lavoro di scouting, che ha portato alcuni degli autori a riscuotere un largo successo di pubblico. Tra gli esordi “eccellenti” ricordiamo Paolo Nori, Gianluca Morozzi, Grazia Verasani, Piersandro Pallavicini, Carlo Grande.