È successo in America, una donna malata di cancro è stata curata con delle dosi massicce di virus del morbillo modificato geneticamente. Durante la sperimentazione della terapia, sono stati trattati due casi: nel primo si è ottenuta la remissione completa del tumore e delle metastasi diffuse, mentre nel secondo caso è stata ottenuta la remissione parziale della massa tumorale. Gli stessi ricercatori che hanno seguito la sperimentazione, si sono dimostrati cauti ed obiettivi riguardo ai risultati ottenuti ed alle prospettive che si aprono nella terapia virale ma un importante passo è stato fatto. Cerchiamo ora di capire come funziona questa terapia, ma prima di tutto bisogna spiegare il meccanismo con cui una cellula normale diventa tumorale.
Alcuni tessuti del nostro corpo sono in costante ricambio cellulare, sia per il normale funzionamento fisiologico (come ad esempio tutti i componenti del sangue e della pelle che si rigenerano continuamente) sia per rispondere a cause esterne ( ad esempio trachea e polmoni del fumatore). Nei tessuti ad alto ricambio, vi è solitamente un processo di duplicazione continua ed alcune cellule possono essere difettose, normalmente il corpo si protegge da queste anomalie tramite il sistema immunitario che si occupa di uccidere ed eliminare questi componenti anormali. In rari casi però, non si ha risposta ai segnali di crescita, duplicazione e apoptosi (morte cellulare) che il corpo invia alle cellule tramite dei mediatori chimici. Quando una cellula ignora questi segnali e si duplica in modo incontrollato, allora diventa neoplastica, cioè tumorale. Se la massa del tumore cresce molto, si ha anche l’evoluzione in un secondo stadio in cui le cellule sviluppano la capacità di adattarsi a qualsiasi sede; per esempio, se una cellula tumorale del fegato, riesce a staccarsi dal tessuto epatico e colonizzare un’altra parte del corpo, allora siamo allo stadio delle metastasi, cioè cellule che possono viaggiare per tutto il corpo e moltiplicarsi. Tutte queste cellule però hanno sulla loro membrana dei recettori particolari che si usano comunemente come marcatori per capire se ci sono tumori nel corpo. Visto che questi recettori sono esclusivi delle cellule tumorali, diversi ricercatori hanno pensato di usare dei virus per creare delle armi specializzate capaci di distinguere le cellule sane da quelle malate; infatti i virus hanno già questa capacità di selezione ed è solo necessario “riprogrammarli” sui bersagli voluti. I virus sono organismi semplici, formati da un involucro di proteine, in cui sono innestati gli apparati (che variano a seconda delle specie) specializzati nel riconoscimento di alcune proteine della membrana cellulare, per l’aggancio e la penetrazione nelle cellule. All’interno di questo involucro, sono contenuti: un filamento di RNA e delle proteine necessarie per la trascrizione dello stesso, all’interno della cellula ospite. Quindi la procedura è semplice (in teoria), prendo un virus, lo riprogrammo sui bersagli cellulari voluti e lo inietto nel corpo; a questo punto il virus inocula le sue proteine e il suo RNA (opportunamente modificato) nella cellula che, non potendo più replicarsi, muore. Questa procedura però ha delle limitazioni, le cellule tumorali infatti evolvono e possono cambiare i recettori di membrana diventando così immuni al virus; in oltre le diverse specie di virus hanno meccanismi diversi e solo alcune sono utili e sicure da usare. Anche la selezione di pazienti deve essere curata, in questo esperimento infatti i due soggetti non avevano avuto il morbillo e quindi non avevano anticorpi che potevano distruggere il virus terapeutico. Questo tipo di terapia, si è evoluta dai primi esperimenti negli anni ’70, diversi virus sono stati testati per queste ricerche ma solo dagli anni ’90 ad oggi, con la tecnologia genetica di cui disponiamo, si è concretizzata la possibilità di creare una cura efficace contro il cancro e questo caso medico è uno dei primi significativi risultati.