Meno due giorni e poi si inizia. Finalmente. Sì, perché quando ti tocca, e tocca quasi a tutti, non vedi l’ora che finisca e di regalarti l’estate più bella della tua vita. Me li ricordo bene quei giorni. Era il 2002, l’attenzione di tutti, anche la mia, era concentrata sui Mondiali asiatici, i primi organizzati da due Paesi: occhi rivolti al Giappone e alla Corea del Sud. Gli orari non destavano preoccupazione, anzi erano perfetti per chi come me era a casa, meno, decisamente meno, per chi doveva andare a lavorare. Ci si alzava, si faceva colazione guardando una partita e, gara dopo gara, i Mondiali ti cullavano portandoti fino alle 16. In quei giorni, non sapevo, io come tutti, cosa ci avrebbero riservato quei Mondiali: i segnali non erano buoni, ma non avrei potuto immaginare cosa ci aveva prospettato il destino. Dal 18 giugno 2002 il Male ha per me il volto di Byron Moreno. Corrotto, scorretto, inqualificabile. Capite come fosse per me una sfida ardua, pari a quella degli azzurri contro la Corea sospinta dal tifo – e qualcosa di più – locale, preparare la Maturità? Praticamente impossibile. All’inizio avevo stilato un piano di battaglia: studio il pomeriggio finite le partite. Semplice ed efficace, pensavo. Già, peccato che mi mettevo a studiare assieme ai miei amici e finiva sempre con la Playastation come assoluta protagonista. Morale? Un’ora, due se andava bene, di ripasso al giorno. Di più, era praticamente impossibile, come chiedere a Moreno di fischiare correttamente.
Poi, arrivarono le prove. Italiano – facile per me -, e matematica – missione da James Bond -, la terza prova e l’orale. Con la sfiga che ci ha messo lo zampino. Se pensavo di poter copiare, soprattutto quando sarei stato in balia dei numeri, la sorte pensò bene di gettare nel cestino ogni mio disegno: banco davanti alla prof. Che piangeva, sì piangeva. Perché nemmeno lei sapeva risolvere gli esercizi, faticava.
Sono passati undici anni, ora tocca a migliaia di ragazzi. Coraggio, la Maturità è poca cosa rispetto alle sfide reali che la vita vi ha già presentato e che vi presenterà. Davanti a voi avete l’estate più spensierata della vostra esperienza: il futuro davanti, la scuola definitivamente alle spalle. Gli esami, però, non finiscono mai.
Quasi quasi ritorno indietro di undici anni. Solo per le vacanze, sia chiaro, anche perché di rivedere Moreno non ho alcuna intenzione.