“Billy” è un libro che si legge tutto d’un fiato. Non credo sia una scelta consapevole. E’ proprio il libro che ti obbliga a fare sessioni di lettura lunghissime. Vuoi per il ritmo serrato, vuoi per la capacità che Einzlkind ha nello scrivere una trama che ti obbliga a chiederti in continuazione cosa verrà dopo, vuoi per i personaggi (quelli principali e suprattutto quelli che fanno da comparsa).
“Billy” è la storia di un serial killer. Una volta che avete assorbito questa informazione dimenticatela. “Billy” è la storia di un trentenne normale. Ce la racconta proprio lui. Ci spiega come è finito a fare il lavoro che fa, ma ce lo spiega in modo che la nostra reazione non possa essere che una: beh, in effetti ha senso. “Billy” è cresciuto con gli zii perché i veri genitori sono scoppiati quando era piccolo. Ha un fratello che gli vuole bene e lo pesta a sangue e ha un hacker come fornitore di lavori. E’ amante della buona musica e come tanti dei suoi coetanei durante l’adolescenza ha consumato vinili e passato i pomeriggi nel negozio di dischi locale. E’, a tutti gli effetti, un normale trentenne. A patto che si riesca a dimenticare il lavoro che fa. Perché anche se la storia di Einzlkind prosegue spinta da pagine in cui l’assurdo fa capolino (tra tutte quelle che si riferiscono al venditore d’auto tedesche) noi non possiamo che chiederci cosa abbia a che fare la professione di sicario in questo libro. Quella che stiamo leggendo potrebbe essere una storia qualsiasi, un misto di romanzo di formazione e road trip. Una storia lineare. Eppure, quel piccolo fardello che ci portiamo sulle spalle fin dalla prima pagina ogni tanto si fa sentire.
Einzlkind ci fa allontanare e distrarre dal nostro pensiero principale presentandoci una carrellata di personaggi davvero originali. Ho già accennato al venditore di auto tedesche in mezzo al nulla. Un uomo che sembra sfiorare la pazzia, ma che all’ultimo ha un guizzo d’affarista d’altri tempi. Anche Whiplash l’hacker che vive a Las Vegas è una presenza esaltante. Un pensatore fuori dagli schemi. L’incontro tra lui e il nostro Billy da vita a pagine davvero piacevoli, senza contare il tassista abusivo al quale Whiplash si rivolge per essere scarrozzato in giro per la città su un rottame maleodorante.
Tutto in “Billy” lascia un espressione di beata sorpresa.
Ottima la traduzione di Franco Filice.