Una volta c’erano il bastone e la carota. Da usarsi alternativamente, ma da usarsi. Ora, è tempo solamente delle giustificazioni, dei rimbrotti affettuosi, dello scaricabarile trovando un colpevole, un altro che non sia la persona che si ha a cuore. Prendiamo come esempio Balotelli. Quello che è accaduto nella notte tra venerdì e sabato è particolarmente spiacevole e non può essere giustificato. Il nervosismo ci sta, ma un giocatore deve imparare a reggere falli ed eventuali provocazioni, non a reagire. Non si può poi usare Twitter per invitare a tifare un’altra nazionale e a discutere animatamente con tifosi. Sbagliano maggiormente, però, chi lo giustifica a priori, facendo di Balotelli un totem che non può essere criticato. Difenderlo sempre, giustificarlo, non fa altro che impedire una sua maturazione completa.
E’ un ragionamento che tocca più campi, ovviamente. Riguarda anche l’educazione delle giovani generazioni da parte di professori, educatori e allenatori. Crescere una persona proteggendola e idealizzandola non è quello che si può augurare ai giovani.