Ci immaginiamo un libro che racconti la storia d’amore idilliaco tra una madre e un figlio. Ci immaginiamo rose e fiori, scintille e luccichii. Poi ci affacciamo nel buio. Sentiamo la pesantezza del silenzio. Siamo sempre sull’orlo del baratro e cerchiamo di mantenere un equilibrio precario muovendoci come marionette. “Il peso minimo della bellezza” di Azzurra de Paola racconta la storia, anzi, racconta il rapporto tra una madre single e il figlio. Un rapporto che già normalmente sarebbe considerato stretto, ma che nel caso di questo libro vede quasi i personaggi fondersi l’uno nell’altro fino a togliersi il respiro. Nulla riesce a scalfire questa granitica oscurità, nemmeno la luce che potrebbe portare “il dottore”. E allora cosa ci si può aspettare da una relazione come questa? Cosa ci si può aspettare da qualcosa che scivola inesorabilmente nella malattia? Certo non una facile salvezza, certo non un lieto fine di abbracci e lacrime. E’ evidente.
Azzurra de Paola ha il merito di esplorare una relazione che spesso banalizziamo. Quella tra madre e figlio. Nel libro il rapporto tra questi due elementi è dipinto a tinte fosche. Gli egoismi di entrambi i personaggi principali si nutrono a vicenda. Il rapporto è simbiotico. La madre non riesce a liberarsi dal giogo del figlio. Il figlio, pur consapevole del dolore e della sofferenza arrecata alla madre, non riesce a distaccarsi quel tanto che basta per permettere ad altri di inserirsi.
E’ una storia tragica che Azzurra de Paola racconta con grande abilità e poesia. E’ un resoconto pregiato di un amore infame.
Il pregio della scrittura di Azzurra de Paola è quello di tenersi sempre a distanza di una facile banalità. La storia che racconta potrebbe essere descritta in mille modi. Potrebbe prendere una deriva morbosa, ad esempio. Qualcosa per nutrire i facili sensazionalismi. A de Paola la cosa non interessa e questo non fa che rendere speciale questo libro. Ci accompagna fino all’ultimo punto con discrezione e ci lascia soli, alla fine, a scrollarci di dosso la tristezza.
Come già detto a più riprese mi sembra di poter ripetere, dopo aver letto questo libro, che LiberAria stia facendo un ottimo lavoro nello scandagliare il panorama degli scrittori italiani giovani e pieni di idee. I due ultimi volumi sono stati scritti entrambi da donne con uno sguardo sulla realtà davvero particolare.
Azzurra de Paola nasce a Roma nel 1983 e vive in Svizzera. Alcuni suoi inediti sono stati pubblicati su siti di poesia e per “Le Monde Diplomatique”.
Ha pubblicato “Benedizione per la bassa moltitudine” con Le voci della Luna (2012) e “La verità è un mondo terrificante” per “L’Arcolaio Edizioni (2014).