La vita di ognuno e’ una infinita raccolta di racconti, da leggere e rileggere, per cercare di comprendere qualcosa da ciascuno di essi, nella speranza di vivere con maggiore consapevolezza quelli che devono ancora venire.
In questo spaccato di vita Giuseppe Foderaro, autore che mi ha concesso il privilegio di approfondire il suo libro e la sua scrittura, ci offre alcuni racconti che come io dico spesso, traducono situazioni che ciascuno di noi potrebbe trovarsi a vivere.
L’abilità di Giuseppe sta nello scrivere in un modo fresco, frizzante, agile, non costringe a pensare. Si legge e basta. Leggi e ti diverti, leggi e partecipi alle vicende di Sauro e Miranda, due persone con un onesto impiego e con una vita piuttosto schematica di per se’.
Questo libro e’ quindi puro intrattenimento, come direbbe il maestro dell’intrattenimento, il Re, Stephen King.
Sauro e Miranda si imbattono in fatti criminali raccontati con maestria, fatti di estrema contemporaneità, ma dei quali Giuseppe ci rende personaggi attivi, usando stile, parole e approccio di tutt’altro genere di quello a cui siamo abituati ascoltando o leggendo resoconti di fatti di mafia, violenza carnale o più ancora negli ultimi tempi di fatti legati all’immigrazione e al terrorismo. Niente luoghi comuni, niente volgarità, niente passaggi noiosi, infarciti di noiose storiette d’amore (anzi poco amore ma buono, tosto. Qualcuno rifiuterebbe una notte a letto con Miranda, profonda conoscitrice ed esploratrice del corpo umano?), eppure niente di scontato. Si parte, con un attacco grandissimo, che se non fosse confermato dalle pagine che via via si succedono potrebbe rivelarsi un arma a “triplo taglio”, e si corre fino alla fine, che arriva troppo presto.
L’autore è un esperto lettore innanzitutto, e chi legge per passione lo scoprirà pagina dopo pagina, perché se già vi ho citato King come anima presente tra le righe, a mio parere Giuseppe colloca quasi subito anche un bellissimo e molto attraente richiamo ad un altro grande autore contemporaneo e mio conterraneo, Tullio AVOLEDO, abile nel portarci in altre dimensioni, in altri mondi, veri o presunti o desiderati.
Come fa ? Come al solito direi. Con altri racconti nei racconti. Storie, semplici storie.
Ma le storie bisogna scriverle bene, e siccome non c’è il due senza il tre, ecco il terzo maestro di storie, un grandissimo, che secondo me appare in spirito e verità (letteraria), lungo tutto questo viaggio:
Elmore Leonard.
Poco tempo fa ho riletto le sue dieci regole di scrittura, e l’undicesima, che come dice Elmore riepiloga la decima, dice così: SE SEMBRA SCRITTO, RISCRIVILO.
“Anche gli angeli mangiano Kebab” non sembra scritto, sembra di dialogare con Sauro, Miranda e tutti gli altri, persino con i boss dei Nacchia.
Tranquillo quindi Giuseppe, il libro non va riscritto. Va scritto invece il seguito, perché nelle ultime righe Sauro lascia dei sospesi. Va scritto il seguito perché il numero di storie belle e scritte bene, e’ tanto numeroso da riempire l’eternità, e darci modo di credere che vivremo per l’eternità. Buona lettura.
“Solo un mese fa mi sembrava che non sempre tutto va così male come ci piace pensare. Oggi non ne sono più tanto sicuro.
A volte la vita ti sorprende con scatti improvvisi, lasciandoti da solo a leccarti le ferite, mostrando il suo aspetto peggiore, con uno di quei guizzi del destino che non sai proprio spiegarti. Il dolore presto passa, ma il ricordo, quello no, rimane eterno, a rammentarti quanto sia fallace l’esperienza dell’uomo. Vichingo Vigilante ora pensa solo alla sua cuccia calda e alla ciotola del cibo che lo aspetta. Mi corre davanti con un ritmo costante e regolare, tanto che la distanza tra noi rimane sempre la stessa, nonostante io faccia di tutto per raggiungerlo.”