Qualche tempo fa, è stata pubblicata la notizia dell’acquisto da parte di Facebook della Titan Aerospace, con l’intento di creare dei droni ad energia solare e farli volare su suolo africano. Una nuova guerra iniziata da Facebook? Non nel senso tradizionale, questi aerei automatizzati hanno lo scopo di fungere da ripetitori per la telefonia mobile in zone con un’estesa superficie e quindi difficili da coprire con le normali antenne fisse. Sicuramente questa è una bella notizia se uno vuole trasferirsi nel Sahara e messaggiare con gli amici su Whatsapp, ma lo scopo principale del gruppo di Zuckerberg e quello di creare reti di telefonia per arrivare a clienti che fino ad ora erano, letteralmente, non raggiungibili.
Ma come mai si è arrivati a tutto questo dispiegamento di forze tecnologiche in Africa?
Sono sicuro che il metodo per fare una scelta così importante per questo colosso informatico, si sia basata su delle serie ed accurate ricerche di mercato; ma a me piace pensare che gli A.D. di Facebook si siano seduti ad un tavolo con la mappa di Futurisiko (con tanto di Kamchatka) e abbiano cominciato a distribuire nei vari continenti delle antennine di plastica colorate per rappresentare la situazione attuale delle infrastrutture telefoniche. Cominciando a mettere bandierine cosa hanno visto? Di sicuro da questa ipotetica mappa si nota subito che ci sono grandi differenze tra Europa, Nord America e altre aree geografiche: paesi come U.S.A e Canada sono ormai saturi di antenne dai tanti colori, le innumerevoli compagnie che operano in quest’area, continuano a fare la guerra dei prezzi lanciando sempre nuovi servizi ed offerte al pubblico. Ci sono compagnie che prosperano gestendo uno o due stati americani, con offerte mirate per quelle zone (immagino che in Texas diano in omaggio delle cartucce ad ogni ricarica telefonica, mentre in California si può vincere un casting per A Game of Thrones, chissà!).
In Europa invece ci sono di sicuro un numero equivalente di bandierine (per queste cose non siamo secondi a nessuno) ma i colori sono molti di meno, infatti nel vecchio continente ci sono poche compagnie di grandi dimensioni che gestiscono tutti i territori con poche specificità. Nel sud America e in Russia ci sono invece delle zone più accessibili, il mercato per l’installazione di ripetitori telefonici è in fase espansiva ma già artigliato da compagnie consolidate nel territorio e quindi impensabile un ingresso esterno. Restano quindi la Cina, l’India e l’Africa; l’area asiatica, con un bacino di utenza da più di un miliardo di persone, è sicuramente un buon affare, a cui però sono già interessati colossi come BAIDU (il Google cinese) e QHIOO 360 (primo fornitore di servizi software on line in asia) che hanno lanciato programmi per implementare la rete mobile ed i servizi internet in lingua cinese. Stesso discorso vale per India e paesi limitrofi che sono dominati da vecchie compagnie estere e nuove compagnie nazionali che si stanno impegnando a raggiungere anche le zone rurali del paese.
Quindi la scelta obbligata per un entrata in scena un po’ tardiva come quella di Facebook è sicuramente il continente africano che, a parte la zona del medio oriente, è praticamente senza alcuna copertura (in tutti i sensi). Se si considera poi che la telefonia mobile è un affare da diversi miliardi di dollari l’anno e che una volta creata la rete, tutti gli abbonamenti finiscono in guadagni (e un po’ di manutenzione), aerei che volano da soli con energia solare e tornano a casa quando devono essere riparati, non è poi un’idea tanto strana in un paese con un territorio così esteso come l’Africa.