Pensate e ripensate a una parola, non italiana. Questo sostantivo inizia con una consonante e termina con un’altra consonante. Non sto impazzendo, tranquilli, anche se ritrovarmi a scrivere quando potrei andare al mare è sinonimo di impegno e dedizione per un articolo che deve essere fatto. Prima, comunque, parlavo dell’hashtag, ossia una parola qualsiasi preceduta dal cancelletto (esempio: #senzaudio). “Gli hashtag sono un tipo di tag utilizzato in alcuni social network per creare delle etichette. Essi sono formati da parole (o combinazioni di parole concatenate) inserite nei commenti precedute dal simbolo # (cancelletto)”. Se utilizzate wikipedia per le vostre ricerche, troverete tutto quello che ho scritto in precedenza. Nati dalla fusione di due sostantivi inglesi (hash: cancelletto; tag (etichetta), gli hashtag iniziano ad avere popolarità con l’avvento di Twitter, social network ideato nel 2007 che ha indicizzato i propri contenuti proprio con questo nuovo “pensiero”. Insomma, fino a poco tempo fa poteva anche essere una sorta di utilità per chi cerca info in tutto il mondo a qualsiasi ora della giornata.
Da qualche periodo, però, c’è un uso sproporzionato e inutile degli hashtag. Se su Facebook, dove le “etichette” sono sbarcate nel 2010, leggete “#hairottoimaroni, #noncelafaccio” e altro, non preoccupatevi. Siete di fronte a delle manie di protagonismo di alcuni utenti, desiderosi di far sapere a tutto il mondo, compreso il mio macellaio di fiducia, i problemi che attraversano in quella giornata. Una volta, lo ammetto, anch’io scrissi “questamusicamipiace”, rendendomi però conto di questo sbaglio che, ancora oggi, mi perseguita (ironia parte 123). Tornando seri, credo che l’uso improprio di questi hashtag manifesti, in un certo senso, il disagio dell’attuale società, ormai attaccata ad argomenti poco credibili, ma considerati interessanti. Se una cosa serve ci sono tanti motivi di crearla e usarla correttamente. Le cose nascono per un motivo, quando il motivo esiste è giusto che crescano, altrimenti meglio non realizzarle.
Ps: Sia chiaro, ognuno di voi può usare qualsiasi hashtag, ma se fotografate uno straordinario tramonto, evitate di scrivere #domaniilgrandegiorno. #Tramonto è utile, molto di più.