A cura di: Graziano Carugo Campi
“Sì la vita è tutta un tweet” (semicit.)
Credo ci siano tanti modi per scrivere un articolo. Io il mio lo sto scrivendo nella saletta di uno studio dentistico, mentre sono in attesa del giorno del giudizio. Di fronte a me ci sono una mamma di bell’aspetto e una bambina piuttosto vivace. So che queste informazioni possono sembrare inutili e (madre e figlia stanno litigando in questo momento perchè la piccola non ha il fazzoletto e ha tirato su col naso) ma non sempre ciò che sembra inutile non serve: mi pagano a battute e io grazie a Mamma Milf e Bimba Caccola sono già riuscito a scrivere cinque righe senza neanche arrivare ad introdurre la questione (la mamma sta dissertando su quanto sia irresponsabile dimenticare a casa il fazzoletto. “Sei come tuo padre”).
Lo so che sembra imbarazzante il mio modo di fare, tuttavia provate a immaginare un giornalismo di fatti e informazioni, in una società come la nostra dove il livello medio di attenzione è sceso intorno ai cinque minuti. Ho venti righe da scrivere ma non riesco a trovare una cosa che possa esser detta in così poco spazio, senza omettere dettagli fondamentali, eppure tutti continuano a ripetere che oggi è così facile comunicare. Che l’informazione è a portata di un click. Proviamoci.
Quanti di voi oggi non conoscono la storia delle bambine africane rapite da Boko Haram? Ho scritto africane perchè se chiedo di che nazionalità sono, la risposta più gettonata sarebbe “sono nere” perchè Camerun, Nigeria, Sudan e Kenya più o meno sono la stessa roba per l’italiano medio: paesi dove negri ammazzano altri negri per colpa della religione. Su cosa sia Boko Haram, statisticamente la risposta più probabile sarebbe “sono quelli neri di Al Qaeda” o “E’ il fratello nero di Obama Bin Laden”. In sostanza, non serve venire “imparati”: grazie ai social network bastano alcuni testimonial, due o tre hashtag, e tutti sono “sul pezzo”. Per cinque minuti.
Se Boko Haram avesse un profilo twitter, se sarebbe potuto organizzare una cyber-protesta o defolloware in massa, ma i neri internet mica lo sanno usare. Diciamolo chiaro: il problema è che in Nigeria non hanno i social network. Avessero avuto facebook, si sarebbe potuta chiedere l’amicizia alle rapite, per farle sentire meno sole nelle loro capanne. Tre colpi di click e si sarebbe già risolto tutto. Cinque minuti. Questa è la soluzione media ai problemi in occidente. “Boko Haram” vuol dire “l’educazione occidentale è peccato”: se invece di una linea a 56k con modem a manovella avessero l’ADSL col wi-fi, invece di rapire studentesse navigherebbero anche loro su youporn e si limiterebbero a mettere “mi piace” sulla fan page del Mullah Omar. Cinque minuti, in fondo, bastano anche per youporn.
Io a venti righe sono arrivato, non mi pagano gli straordinari, e un articolo più lungo vi annoierebbe. Vi basti sapere che Bimba Caccola ha appena snariggiato addosso a Mamma Milf. #LaVitaReale