I corpi delle donne si raccontano a suon di curve, grandi vallate e insenature strettissime, golfi asciutti e vette spigolose.
Chiunque, almeno una volta, si è raccontato una o più donne inseguendone le morbide curve.
Per alcuni è il dito che traccia la forma del grembo materno, per altri è il vortice infinito dei seni dell’amata, per quelli lontani è la linea sinuosa della collina di casa.
Per Edward Weston, fotografo statunitense classe 1886, è il ritratto di Tina Modotti, fotografa italiana classe 1896, attorcigliata su se stessa, pronta a frantumarsi, bella nella sua iperbolica curva.
Buon sabato curvilineo.