Secondo la definizione del Vocabolario Treccani della lingua italiana per lavoro si intende qualsiasi esplicazione di energia (umana, animale, meccanica) volta a un fine determinato; secondo l’accezione più comunemente diffusa e particolarmente esasperata negli ultimi anni il lavoro è l’ applicazione delle facoltà fisiche e intellettuali dell’uomo rivolta direttamente e coscientemente alla produzione di un bene, di una ricchezza. Nell’accezione che io preferisco il lavoro incrocia otium e negotium, è ricerca intellettuale che si fa nobile del contatto con l’umano, con la natura, con il bisogno.
Qualunque sia la definizione corretta o privilegiata, il lavoro appare essere un riscatto, la liberazione dalla condizione che è propria dell’ animale, un motivo di festa conclamata almeno un giorno l’anno.
Charles C. Ebbets, fotografo statunitense nato nel 1905, il lavoro lo ha ritratto e cristallizzato in uno scatto, divenuto icona non solo della fotografia ma del sudore e della fatica che pure nobilita l’uomo e lo innalza, mai come in questo caso, al cielo.