Quando William Shakespeare scriveva “ Siamo della stessa materia dei sogni e da un sogno è coronata la nostra breve vita ” intendeva forse dire che, in quanto esseri passeggeri, siamo destinati all’eterna corsa in direzione opposta all’oblìo?
Qualunque cosa dicesse dimenticatela, perché esiste qualcuno che capovolge la condanna del sogno ad essere etereo e sfuggente; qualcuno che tocca e costruisce visioni oniriche rendendole reali ed eterne, qualcuno il cui nome è Evgen Bavcar , fotografo sloveno cieco dall’età di undici anni, che con la propria arte modella immagini interiori, guidato dalla sola luce che gli penetra gli occhi e il cuore.
Chi diceva che la fotografia cattura la realtà si sbagliava di grosso.
Buon sabato, buona oscurità