Quella delle radici è senza dubbio tra le metafore di maggior successo in fatto di rappresentatività, non vi è immagine naturale che sia tanto esplicativa di un legame saldo e profondo tra due entità, solitamente definibili in quanto origine e rispettiva estensione. Le radici sono continuamente esposte al nostro sguardo, vigorose e possenti squarciano il suolo e si impadroniscono della terra a cui gli alberi si aggrappano, altrettanto potenti, avidamente succhiano l’acqua che il cielo o l’uomo offre loro; brillanti e chiare si mostrano attraverso le braccia protettrici di una madre sul corpo del proprio figlio, lei che è stata a sua volta figlia, germoglio della stessa radice. Non è un caso infatti che la metafora della radice richiami quasi in automatico la madre-terra, la donna, le donne, in quanto misterioso simbolo di fertilità, continuità, flusso senza fine ma non senza inizio.
Isabel Lima è una fotografa brasiliana nata nel 1956 che scava il simbolo e svela l’imago, lo fa con un tocco leggero e sincero, un tocco da maestra che anche Fabrizio De Andrè le riconobbe affidandole la copertina di Anime Salve.