La panne di Friedrich Dürrenmatt

by senzaudio

La panne è un brevissimo romanzo – sono appena un’ottantina di pagine – che Dürrenmatt pubblica nel 1956. Il testo, dal punto di vista della struttura, si divide in una prima e una seconda parte, tra loro molto sbilanciate per corposità: da pagina 9 a pagina 13; da pagina 15 a pagina 87 (la 14 è di un bel bianco tipografico). Io però l’ho scoperto per caso: stavo dando una mano ad un ragazzo con i compiti per le vacanze estive e, navigando nella sua antologia, ci siamo imbattuti in un brano estratto da qui. Incuriosito sono andato in libreria.

Un rappresentate di prodotti tessili, Alfredo Traps, sulla via di ritorno a casa è costretto a causa di un guasto alla sua automobile a pernottare in un piccolo villaggio; a questo punto, dal momento che tutte le locande del luogo sono al completo per lo svolgersi in quei giorni di una grossa fiera di bestiame, l’uomo trova ospitalità presso quattro pensionati, tutti ex uomini di legge. I quattro sono soliti inscenare i più famosi processi della storia anche se, all’occasione, viandanti e ospiti partecipano al gioco. Traps diviene così l’imputato, accusato di un omicidio che lui afferma di non aver commesso, anzi, l’idea stessa di essere stato un assassino, prima di essere di ciò imputato, gli era completamente estranea. La realtà, persino quella del delitto e della colpa, diviene frutto di interpretazione accademica.

Se la storia occupa la seconda parte del testo, rimangono da considerare, a questo punto, le poche e dense pagine che compongono la prima, dedicata ad una cruda problematizzazione del letterario, della narrazione in quanto tale. «Ci sono ancora storie possibili, storie per scrittori?» si chiede Dürrenmatt, storie che non si occupino di raccontare la propria intimità, «quasi l’assoluta veridicità ne facesse una caso universale e non invece, nella migliore delle ipostesi, un caso clinico, psicologico». Mi fermo qui, e non proseguo nella sterminata mole di rimandi che queste poche parole, e quelle successive, sono in grado di evocare. Basti tuttavia pensare, confrontare, queste pagine con gran parte della narrativa italiana contemporanea, con la cosiddetta non fiction novel, per trovare, forse, una nuova luce ad illuminare il contemporaneo.

Dürrenmatt Friedrich. – Scrittore svizzero tedesco (Konolfingen, Berna, 1921 – Neuchâtel 1990). Si affermò in campo teatrale come autore polemico, paradossale e iconoclasta, razionalisticamente scettico e insieme eticamente rigoroso, procedendo poi sulla strada d’un anticonformismo sarcastico e ironico, che non ripudia gli strumenti del grottesco virtuosisticamente manipolati. La sua opera più celebre è Der Besuch der alten Dame (1956). (fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/friedrich-durrenmatt/)

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