Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Massimo Roscia – La strage dei congiuntivi

Massimo Roscia – La strage dei congiuntivi

by Gianluigi Bodi
Massimo Roscia

Questo libro è…

Questo libro è…

…io non lo so cos’è questo libro, so che è una bomba e che mi sono divertito tantissimo a leggerlo. La letteratura è anche intrattenimento, giusto, beh, Massimo Roscia e “La strage dei congiuntivi” mi ha intrattenuto a dovere.
Facciamo il punto. La prima cosa che mi viene in mente mentre scrivo questa mia pseuso recensione è che qualcuno dei meravigliosi personaggi de “La strage dei congiuntivi” avrebbe sicuramente qualcosa da ridire. Sono umano, cerco di fare il minor numero possibile di errori grammaticali, cerco di ridurre il più possibile i refusi, ma scrivo sempre in velocità e qualche volta mi scappa l’errore. Ecco, io ho il timore che arrivi qualcuno e mi giustizi a suon di bastonate (bastone d’ulivo ovviamente). Qualcuno uscito dal libro di Roscia.
Ne “La strage dei congiuntivi” l’assessore alla cultura (appena un gradino sopra all’analfabetismo) Gross Donkey viene barbaramente ucciso. Dietro ci sono Dionisio (che parla in italiano aulico, vi assicuro che è un piacere leggerlo) e i suoi sodali, un gruppo di cinque difensori della grammatica. Gente a cui trema la palpebra se qualcuno sussurra un “assolutamente sì”, gente che diventa violenta con un “che io faccio”, gente fumantina insomma.
“La strage dei congiuntivi” è un libro estremamente interessante, una lettura che rinfresca anche uno come me che ormai di libri ha iniziato a leggerne parecchi.
E’ anche un grido d’allarme, un voler puntare il dito verso coloro i quali stanno deturpando la lingua italiana.
Leggendo questo libro, soprattutto in treno, non potevo fare a meno di indossare un sorriso vagamente idiota. Mi compiacevo di quanto stavo leggendo. Poi, in alcuni personaggi presentati da Roscia mi sembrava di ritrovare dei richiami a persone realmente esistenti, che la lingua italiana la violentano e che occupano posti di primo piano. Questi pensieri facevano sostituire il sorriso con una smorfia di disappunto.

Volevo iniziare una frase con “a me mi” e vedere se la cosa avrebbe avuto ripercussioni sulle mie aspettative di vita. Ho pensato che era meglio non rischiare con Dionisio e Roscia. Massimo Roscia poi è uno di quegli autori che sembrano conoscere tutto. “La strage dei congiuntivi” è farcito di citazioni colte, coltissime, al punto che ti viene da pensare che Roscia si sia inventato metà di quanto scrive. Le note poi, ragazzi, le note a piè di pagina sono una lettura nella lettura.

Insomma, a farla breve, questo libro me lo terrò stretto per un bel po’ di tempo e sono davvero felice di averlo letto. Non c’è nulla che non mi sia piaciuto di questo libro, a partire dall’oggetto di ottima fattura, per arrivare alla scelta del carattere. Non capita molto spesso che la lettura di un testo sia un successo a trecentosessanta gradi.

Exòrma è una realtà editoriale ben sviluppata e con un catalogo di tutto rispetto. Questo è il primo libro che mi capita di leggere e ne sono rimasto così soddisfatto che continuo a guardare il loro sito per capire quale sarà la mia prossima preda.

Massimo Roscia è nato a Roma nel 1970 (qualcuno sostiene nel 1870). Scrittore, critico enogastronomico, docente, condirettore editoriale del periodico «Il Turismo Culturale». Autore di romanzi, saggi, ricerche, guide e vincitore di diversi premi letterari, ha esordito nel 2006 con “Uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo”. L’originale noir sul rapporto cibo-nevrosi ha ottenuto in pochi mesi un grande successo di pubblico e di critica. Da qualche anno insegna comunicazione, tecniche di scrittura emozionale, editing, letteratura gastronomica e marketing territoriale. Nei minuti liberi continua a scarabocchiare e a chiedersi cosa fare da grande.

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