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Jorge Luis Borges – Il libro di sabbia

by Nicola Vacca

La problematica e l’estro di Borges, come inventore e artefice di contenuti fantastici, con le sue trame inesauribili di narrazioni veridiche o favolose, surreali o apocrife, in una ricca gamma di toni candidi e maliziosi, ironici o grotteschi, ameni o macabri, si trovano  su un piano diverso da quello della sua poetica congetturale, supremo fondamento e premessa formale della sua immaginazione lirica.

Alle atmosfere visionarie si ispira Il libro di sabbia, che raccoglie tredici racconti e che Adelphi rimanda in libreria con l’aggiunta in appendice di altri quattro.

Il libro si apre con il tema del doppio, caro allo scrittore argentino. Nel febbraio 1969 a Cambridge, a nord di Boston, Borges incontra un uomo che ha la sua stesa voce, praticamente incontra se stesso.

Inizia così una conversazione visionaria e allo stesso tempo lucida con la parte più intima di se stesso (con il doppio simile e fraterno), con l’altro, nato dalla sua stessa carne. «Eravamo troppo diversi e troppo simili. Non potevamo ingannarci, e questo era difficile il dialogo». Su quella panchina ciascuno era la copia caricaturale dell’altro e Borges, scrivendo il primo racconto de Il libro di sabbia, riflette sull’incontro con se stesso e scopre la chiave di quel mistero. «L’incontro fu reale, ma l’ altro conversò con me in sogno e riuscì a dimenticarmi; io conversai con lui durante la veglia e il ricordo mi tormenta ancora».

In questi racconti Borges svela il naturale riserbo e si apre alla confessione, parla di sé senza veli, donandosi al lettore attraverso lo strumento mediatico della pagina bianca.

Con una prosa ricca di suggestioni metafisiche lo scrittore apre il suo libro di sogni e di visioni e ci conduce per mano nel mistero delle parole, che è lo stesso dell’esistenza. L’immaginario e il reale si incontrano in un onirico dove le intuizioni filosofiche danno vita a una cosmogonia di pensieri in apparenza inafferrabili.

Ma è il fantastico l’elemento dominante in queste narrazioni di Borges. Un fantastico seminato di dubbi, che per lo scrittore è uno dei nomi dell’intelligenza.

Tra le pagine de Il libro di sabbia  troviamo  uno straordinario grande maestro della bagliore che ha camminato nell’oscurità perenne  per giocare con la poesia una misteriosa partita a scacchi  e come in un lungo sogno   ha accarezzato la Bellezza, ha cercato la Verità perdendosi nel tempo immortale della Biblioteca di tutti i libri del mondo.

In quella biblioteca il libro di sabbia occupa un posto centrale.  Un libro che  non ha principio e  né fine e che si apre e si legge all’infinito come la fame di conoscenza di cui non dovremmo mai essere sazi.

Davanti a tutto questo Borges apre il suo libro di sabbia e scrive questi racconti per mostrarci la sua perplessità e la distanza da alcun sistema filosofico, e in ogni storia ha voluto fare di questa perplessità un atto di fede.

È meraviglioso perdersi nei labirinti delle trame impossibili di Borges, grande e immenso maestro che conosce tutte le possibilità dell’arte di combinare  (e di scombinare) il sogno e la realtà.

 

 

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