Dante lo aveva capito. “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, il verso conclusivo della sua Commedia è un inno, un elogio per quel sentimento che guida le nostre migliori azioni: l’amore. Lo ha sperimentato sulla sua pelle, così come ha sentito gli effetti di un odio che lo ha portato lontano dalla sua città e dagli affetti. Filosofi, teologi, saggisti, poeti si sono arrovellati alla ricerca del segreto della felicità trovandolo o non trovandolo in ogni angolo recondito del mondo. L’El Dorado probabilmente è dentro di noi, ci circonda, muove il mondo e l’intero universo come era convinto Dante, è quell’amore che ispira le nostre migliori azioni, è tenero, dolce, soffice, morbido, irrazionale. E’ la lezione cristiana racchiusa nel comandamento “Ama il tuo prossimo come te stesso”, un insegnamento che troppo spesso ci dimentichiamo e quando veniamo a conoscenza di persone che sacrificano la propria vita in nome dell’amore restiamo sospesi per infiniti attimi nell’incredulità.
Come nel caso di Andrew Pocther, il prodotto genuino dell’America idealista, pura. Un ragazzo di 21 anni con la passione del Medio Oriente e un progetto ben chiaro in testa: insegnare la lingua inglese ai bambini e toccare per mano altre realtà. Per questo era ad Alessandria d’Egitto, sempre con la sua inseparabile macchina fotografica al collo, perché l’amore per la vita spinge a un desiderio profondo di conoscerla, stringerla e immortalarla in uno scatto. Chissà, forse è stata proprio quella macchina a costargli caro. Andrew non c’è più, è stato uccise per le strade d’Alessandria, una coltellata e la luce piano piano si spegne e quella vita che lui ha tanto amato se ne va. Forse è stato scambiato per una spia o per un giornalista, forse è stato solamente il destino.
I suoi sogni sono stati interrotti bruscamente, ma nella vita resta il suo esempio, i suoi insegnamenti. Racchiusi in una mail che Andrew, qualche giorno prima del suo addio, ha mandato a un ragazzino di 12 anni cui aveva fatto da tutor in un campo estivo. “L’amore che move il sole e l’altre stelle”, vi ricordate? Si ritorna lì, a quella parola magica, a quel sentimento puro che il giovane americano indica come la stella polare delle nostre azioni. “Respira ogni giorno la vita come se fosse la prima volta. Cerca qualcosa da amare e non smettere di farlo finché non trovi qualcos’altro per cui valga la pena vivere”. Vivere e amare, vivere e scoprire la realtà con curiosità senza fermarsi mai. “Non perdere mai la curiosità per le cose belle della vita. Continua a farti stupire dalle escursioni nei boschi, nei canyon, in montagna. Vai a pesca e vai a caccia. Esci dalla routine cittadina se puoi. Circondati di buoni amici che ti possano essere d’aiuto nei momenti di difficoltà. Innamorati. Fatti spezzare il cuore. E poi innamorati ancora.” Amore per la vita, amore per il prossimo, sicurezza nei propri mezzi senza diventare per questo arroganti: “Non incolpare gli altri per i loro errori. Ti rende più debole. Sei un uomo forte. Non ti fermare ad ascoltare chi ti critica negativamente. Parla con convinzione e credi in te stesso perché il tuo modo di essere è più importante di come ti hanno educato”.
A 21 anni aveva capito tutto della vita. Forse anche per questo non c’è più, ma è un gran peccato, perché il nostro mondo avrebbe bisogno di tanti Andrew Pocther e, come per magia, la realtà ci sorriderebbe.