Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Valentina Barile – #mineviandanti Sull’Appia antica

Valentina Barile – #mineviandanti Sull’Appia antica

by Gianluigi Bodi
Valentina Barile

C’è sempre una sottile soddisfazione quando scopri una nuova casa editrice. Visiti il sito, dai un’occhiata al catalogo, salti da una scheda e l’altra e ti chiedi come ti sia potuta sfuggire una realtà che sembra essere così solida e che ha, soprattutto, una personalità che la distingue dagli altri. La risposta probabilmente è semplice. Ci sono talmente tante case editrici che anche per chi non legge praticamente altro è difficile starci dietro. C’è uno scambio continuo tra nascite e morti che rende il settore una continua fibrillazione.

E così vengo a conoscenza della casa editrice Les Flâneurs Edizioni attraverso il libro di Valentina Barile dal titolo #mineviandanti. Un titolo che ha l’ovvio compito di ricordare il film del regista Ferzan Ozpetek, ma che soprattutto denuncia la natura del libro. Quello di Valentina Barile è a tutti gli effetti un diario di viaggio. E’ la storia di una camminata che Valentina e l’amica Federica compiono lungo la vecchia Appia antica.
Come ogni diario di viaggio che si rispetti, come gli altri che ho avuto occasione di leggere, il susseguirsi degli anedotti e degli imprevisti che le protagoniste sono costrette ad affrontare è un corollario a quello che il viaggio significa veramente.
Camminare a piedi è una delle cose migliori che un essere umano possa decidere di fare. L’atto stesso del camminare ha il doppio compito di metterci in contatto con noi stessi, ma contemporaneamente serve a mettere in contatto il nostro corpo con la realtà che ci circonda. E’ un continuo scambio tra eserno e interno. Assorbiamo gli input dall’esterno, dalla natura se vogliamo e li processiamo per farli nostri. Allo stesso tempo ciò che abbiamo appreso, quasi assorbito, ci permette di visualizzare ciò che ci circonda con una consapevolezza ancora maggiore. Mano a mano che i chilometri aumentano questa simbiosi si fa sempre più solida e l’esperienza del viaggio diventa indimenticabile. Un ricordo che ci ha profondamente marchiati, come un tatuaggio fatto apposta per fermare un momento nel tempo.

Il libro di Valentina Barile ha il merito di affrontare il viaggio, di tradurlo ai nostri occhi, con leggerezza e giocosità. Fino a che viene quasi voglia di parcheggiare la macchina in garage e affrontare il mondo passo dopo passo.
Forse è questo il vero scopo di un diario di viaggio. Non quello di raccontare semplicemente una storia, ma quello di farti venire voglia di essere parte di quella storia.

 

Valentina Barile. Fotogiornalista, scrive diari dei suoi viaggi insoliti. È tra gli scrittori emergenti de “Il libro che non c’è 2016” della casa editrice RAI Eri. È tra gli organizzatori della Fiera del libro di San Giorgio a Cremano, Ricomincio dai Libri. Vincitrice di vari premi letterari per scrittura inedita, tra cui il Premio “Carlo Levi”, in Piemonte. Finalista al Premio Passaggi 2015, al Festival della letteratura di Viaggio.

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