La speranza inconscia di ogni genitore è quello di farsi seppellire dai propri figli, rispettando il naturale svolgimento del ciclo della vita e dell’esistenza umana. A volte, purtroppo, succede qualcosa di imprevedibile, qualcosa che spezza la catena della normalità e distrugge le speranze di ogni padre o madre. A volte sono i figli ad andarsene per primi, lasciando un vuoto incolmabile e rendendo il resto della vita di chi rimane un lungo processo di sofferenza, di elaborazione del lutto e sensi di colpa più o meno giustificati, per cose che vanno oltre le possibilità umane.
Roger Rosenblatt in “Una nuova vita ” (Nutrimenti) mette a nudo il suo dolore, la sua reazione, la sua difficoltà e anche la sua “semplice” vita dopo che sua figlia Amy muore improvvisamente. Una madre di tre bambini, appena trentottenne, una donna brillante e indipendente che si spegne lasciando un vuoto profondo intorno a tutte le persone che le erano vicino. L’autore con estrema sensibilità ma senza mai cadere nel patetico ricostruisce i cocci dei suoi ricordi unendo i pensieri ai fatti. Racconta la sua reazione, le sue difficoltà e riesce persino a farci sorridere grazie alla sincerità che traspare da ogni sua frase. Rosenblatt e la moglie si trasferiscono a casa del genere per aiutarlo con i tre figli rimasti senza madre. I nipoti saranno il nucleo della storia, bambini che dovranno essere consolati, aiutati ma che, grazie alla loro purezza e innocenza, diventeranno a loro volta un sostegno per i nonni. E sono i momenti più semplici, quelli che normalmente consideriamo persino banali, come preparare la colazione (da qui il titolo originale Making Toast), leggere oppure giocare, a diventare quelli più toccanti, perché l’autore riesce a farci immergere nella bellezza del quotidiano, fatto di piccoli gesti che sono la vera essenza della vita stessa. Un incredibile storia che sa commuovere e insegnare, che riesce a lasciare un impercettibile alone di tristezza ma soprattutto una sensazione di speranza. Un elogio alla bellezza della vita, anche quando ti ferisce violentemente.
La traduzione è di Nicola Manuppelli
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