Quarto romanzo dei sette che compongono “7”. A dire la verità a questo punto sembra quasi di essere affondati in una raccolta di racconti lunghi e molto corposi. Continuo a pensare che alla fine tutti i nodi verranno al pettine.
Anche ne “L’esistenza degli extraterrestri” ci sono dei piccoli rimandi ai romanzi precedenti. Ad esempio viene citata la ormai nota “Walking Backwards”, che potremmo definire colonna sonora di questo “7”.
In questo romanzo facciamo la conoscenza dell’Ipotesi dei Chevallier. Il fondamento dell’ipotesi è che gli extraterrestri esistono e bisogna credere in questa presenza. Se una persona vacilla e non crede e destinata a sparire. Gli stessi coniugi Chevallier a quanto pare hanno vacillato e sono spariti. Ora a tenere in altro il credo ci pensa il figlio Marcel con il fratellino Moon e l’efebica Hèloise. Sono loro tre il nucleo forte di questa ipotesi. A poco a poco gli altri smettono di credere e, proprio come descrive l’ipotesi, spariscono in un modo o nell’altro.
Tristan Garcia affronta i problemi della fede e inserisce all’interno del suo romanzo un nuovo elemento soprannaturale. In passato avevamo visto i rulli di legno, il rapporto tra Sanguine e Ossian e la doppia realtà di Hélène. La via intrapresa dallo scrittore è quella di inserire all’interno di “7” degli elementi destabilizzanti che però seervono a dare basi solide all’universo che ha creato. A questo punto ci potremmo trovare davanti ad un romanzo di fantascenza oppure ad una distopia. Non è ben chiaro se l’universo che descrive derivi dal nostro oppure sia una sorta di realtà parallela in cui le cose accadono in questo modo perché le leggi dello spazio tempo sono diverse.
L’ambiente in cui operano Marcel, Moon ed Héloise sembra identico al nostro. La loro sembra semplicemente una folle variazione di uno dei tanti credo religiosi. Eppure la sensazione e, in questo caso, il finale, fanno pensare che ci sia qualcosa in più da scoprire. Mi chiedo se sopra a ciò che succede in “7” ci sia una volontà superiore, mi chiedo se le storie raccontatein “7” non siano che esperimenti in cui all’interno di una realtà perfettamente normale vengono gettati degli elementi di disturbo. In quel caso saremmo topi in un labirinto alla ricerca del formaggio sotto l’occhio di uno scienziato.
La traduzione è di Sarah De Sanctis.
Tristan Garcia è nato a Tolosa nel 1981. Ha studiato Filosofia alla École Normale Supérieure di Parigi. È autore di diversi romanzi, tra cui La parte migliore degli uomini pubblicato in Italia nel 2011 da Guanda, Le Saut de Malmö et autres nouvelles, Les Cordelettes de Browser, Mémoires de la jungle, Faber e 7, vincitore del Prix du Livre Inter 2016, pubblicati in Francia da Gallimard.