Son sincero. Quando mi hanno detto degli Atoms for Peace all’Ippodromo del Galoppo a Milano non avrei scommesso cento lire bucate che mi sarebbe piaciuto il concerto. Non sapevo chi fossero, conoscevo poco anche i Radiohead (oltre alle canzoni di successo, ovviamente) e questo si preannunciava come un progetto più sperimentale e più elettronico seppur sempre rock. Ascolto l’album che mi è stato consigliato e fatico a digerirlo, fatico molto ad arrivare alla fine e ora mi rammarico per qualche fan, magari non esagerato, del gruppo che abbia lasciato perdere strada facendo.
Chi me li ha suggeriti, che alla fine ringrazierò calorosamente per avermi ceduto il biglietto, continuava a parlarmi del concerto, che sarebbe stato un bello spettacolo, che non mi avrebbero deluso etc etc. così mi convinco e insisto, aiutato anche dall’album solista di Thom Yorke – The Eraser, più morbido e veloce da assorbire, che è parte integrante della tournè organizzata per promuovere Amok.
Altro sicuro stimolo a non mollare è la composizione del gruppo secondo Wikipedia: il cantante dei Radiohead Thom Yorke (voce, chitarra e piano), il bassista dei Red Hot Chili Peppers Flea, il produttore storico dei Radiohead Nigel Godrich (tastiere, synth), Joey Waronker già batterista con Beck e nei R.E.M., Mauro Refosco, percussionista brasiliano, fidato collaboratore di David Byrne e Brian Eno. Che fai? Lasci perdere? Anche no.
Beh alla fine le canzoni, da bravo scolaretto, le conoscevo tutte e il concerto è stato favoloso. Questo miscuglio elettronico è davvero notevole e tutti quelli che erano presenti sono rimasti assolutamente soddisfatti. Come spiegarvi cosa c’era di bello e cosa mi ha colpito? Iniziamo dalla prima info: non esiste video su internet che riesca a riprodurre la qualità del suono percepita sul posto. Li sto vedendo tutti man mano che escono ma niente, la sensazione che mi hanno dato live è stata proprio di una qualità eccelsa e sopraffina.
Il tappeto sonoro che avvolge ogni singola canzone è qualcosa di magico, è un genere che non conoscevo ma la buona musica non è difficile da riconoscere. Impossibile che chiunque non muovesse a tempo una parte del corpo, che fosse la testa, il piede o tutto l’insieme. Il mix dei 2 Album, molto distanti tra loro temporalmente ma così vicini nella sonorità non è mai sembrato frutto di due progetti diversi.
Thom e Flea ovviamente hanno catalizzato l’attenzione di tutto il pubblico facendo la parte degli invasati sul palco: lo vedi che hanno piacere a fare quello che stanno facendo. In questo momento questa è la loro musica e loro sono contenti di essere li, non è solo lavoro, è profonda passione. Anche perchè nessuno li obbliga e li ha obbligati a rimettersi in gioco così. Cantando Creep o suonando Californication questa gente può riempire platee molto più consistenti di quella dell’Ippodromo di Milano. Ad onor del vero una speciale menzione va a Flea che truppeggia sul palco come se non ci fosse un domani trasmettendoti davvero quella sensazione e voglia di entrare nella canzone.
La scaletta prevede 2 brevi pause che intervallano prima uno spezzone decisamente lungo dove da “Before your very eyes” si passa tra le altre per “The clock”, la mia preferita “Harrowdown Hill” e “Cymbal Rush”, un periodo più morbido di 4 canzoni con “The Eraser” e “Amok” su tutte e l’ultima uscita con “Atoms for Peace” e “Black Swan”, giusto saluto finale al pubblico.
Uno che non conosce il background di questi artisti ed è curioso come lo son io, al ritorno da una simile esperienza si informa e trova soddisfazione nel trovare solo recensioni entusiastiche dell’avvenimento. Il denominatore comune di tutte le recensioni è quello di aver assistito a un passo avanti, a una evoluzione, a un nuovo stadio del rock interpretato da questi personaggi.
Non sono mai gli eventi attesissimi quelli che poi si rivelano le migliori occasioni, ma spesso è quello che non ti aspetti o quello che andiamo a vedere senza troppe pretese che ti resta dentro con più gioia. Alla fine sono contento di aver approfondito un genere musicale che mi da soddisfazione, che ripeto dal vivo è veramente sublime, molto più che in studio di registrazione. Ho avuto modo di fidelizzarmi con degli artisti che prima guardavo senza troppo interesse e ho avuto modo di assistere a uno spettacolo live eccelso. Quello che dico sempre a tutti è che il live per essere bello deve avere qualcosa più del cd. Nel senso… chi replica il cd senza porre variazioni secondo me resta un gradino sotto rispetto a chi come loro in ogni canzone aggiunge virgole, parentesi e punti esclamativi.