L’hype è stato gigantesco. Dopotutto, un annetto fa, le uscite di Nile Rodgers, Giorgio Moroder, Paul Wiliams (per dirne alcuni) sulla collaborazione per il loro nuovo album avevano fatto drizzare le antenne a tutti. Anche perchè, escludendo la colonna sonora di Tron:Legacy del 2010, il loro ultimo album risale al 2005 con ‘Human After All’.
Ebbene sì, i Daft Punk sono tornati. Era il 23 marzo quando veniva annunciato il loro “Random Access Memories”, una bomba esplosa fragorosamente nel silenzio. Una mossa di marketing azzeccata dietro l’altra, ma stiamo parlando anche di due persone (che rispondono al nome di Thomas Bangalter e di Guy-Manuel de Homem-Christo) che pochi han visto in faccia e non dietro le visiere da robot che li accompagnano da anni. Un video su Vine con il quale han fatto sapere la tracklist del loro album, un modo davvero singolare per farlo sentire in anteprima agli esperti del settore (dentro una valigetta, protetto da un lucchetto a combinazione arrivata tramite mail), un singolo come ‘Get Lucky’ pronto a far strage di tutte le canzonette estive che ogni anno si ripropongono.
Dicevamo, l’hype. Aggiungiamo alle attese anche un paio di canzoni ‘fake’ che son girate su YouTube, aggiungiamo il fatto che chi apprezza i Daft Punk sarà andato a risentirsi ‘Around the World’ e ‘One More Time’ con i loro video fantasmagorici tra coreografie basate su ogni singolo strumento e cartoni animati ambientati nello spazio. Manca solo una settimana, ed i fan arrivano quasi all’esasperazione tanta è l’attesa per l’uscita. Colpo di scena, l’ennesimo. Su iTunes c’è lo streaming gratuito di “Random Access Memories”: 74 minuti a portata di un clic. Tutto è bene quel che finisce bene, no?
Anche perchè Thomas e Guy-Manuel hanno eluso ancora una volta tutti. Dei vecchi Daft Punk nel nuovo album non c’è minimamente traccia. Hanno sparigliato di nuovo le carte, hanno giocato al gatto col topo per mesi e ci sono riusciti. Complimenti.