Ogni volta che mi capita di leggere qualcosa di Jack London mi capitano due cose. Una è che mi viene in mente uno dei miei librai di fiducia che nella sua libreria ha addirittura composto una specie di altarino alla creatività di London. L’altra cosa che di solito mi turba è che non capisco perché di Jack London non se ne parli di più, tipo tutti i giorni. Qualsiasi cosa che mi sia capitato di leggere scritta da London è migliore di tanta roba che leggiamo oggi.
Ma veniamo al libro in questione. Si tratta di “Quando Dio ride“, una raccolta di racconti. I racconti presenti in questa raccolta sono stati selezionati da When God Laughs, The Nigh-Born e Sauth Sea Tales. La traduzione è di Gian Dàuli, scrittore, traduttore ed editore vissuto tra il 1881 e il 1945. La traduzione ha dunque quel vago sapore retrò, lacrima che resta lagrima. Cosa che a me sinceramente non dispiace perché in qualche modo mi aiuta a connettermi con lo scrittore, mi facilita il trasporto ai suoi tempi.
Questa selezione di racconti offre una parte del meglio che ci si possa aspettare da London scrittore di racconti. Una parte perché, come vi accorgerete se avrete voglia di leggere la prefazione di Alberto del Bono (e ve lo consiglio) London ha una produzione di racconti sterminata.
In “Quando Dio ride” abbiamo a che fare con almeno due tipologie diverse di racconti. La prima tipologia raccoglie quei racconti come “La bistecca” in cui è presente una forte trama con la quale lo scrittore riesce a regalare dei momenti di estrema emotività. Anche in “Il messicano” la trama è assecondanta ad un’esplorazione dell’animo umano. L’altra tipologia raccoglie i racconti come quello che dà il titolo alla raccolta. In “Quando Dio ride” la trama viene quasi dimenticata. Ci troviamo davanti ad un dialogo, quasi un monologo in realtà, in cui il protagonista procede ad una riflessione pseudo filosofico religiosa sul concetto di amore, mortalità e fato. Una dichiarazione di impotenza nei confronti degli Dei che altro non è che l’impossibilità di controllare il nostro destino e forse un suggerimento velato a vivere la vita senza pensare di poter vincere.
Qualsiasi sia la strada che London prende in questa raccolta i panorami che ci mostra sono strabilianti. La profondità la calma con la quale fa esporre le riflessioni ai personaggi ci trasporta in una dimensione parallela in cui il rumore viene sostituito dal silenzio e a noi non resta che seguire il filo delle parole.
Jack London (1876-1916) è stato uno scrittore e giornalista statunitense. Prima di dedicarsi con successo alla scrittura, fece lo strillone, il pescatore clandestino di ostriche, il lavandaio, il cacciatore di foche, il corrispondente di guerra, l’agente di assicurazioni, il pugile, il contadino e il cercatore d’oro. Tra le sue opere più note ricordiamo Zanna Bianca, Martin Eden e Il richiamo della foresta.