Paratesto:
Sono stelle, come esplosioni di pensieri, flash di sinapsi, vortici di idee. Nella testa di una donna, chi non ci vorrebbe entrare?
E guardatela bene la copertina, non vi pare degna di essere appesa nel vostro salotto, come fosse un quadro che ritrae il sognante flusso di pensieri della protagonista. E’ stato questo il primo innamoramento.
Testo:
Poi c’è voluto tempo, il tempo di leggere “Probabilmente mi sono persa” di Sara Salar e farmi accompagnare lentamente all’interno delle spire di pensieri. Scrittura dal ritmo sincopato, c’è scritto nel risvolto di copertina, scrittura di pensiero, frastagliata come solo i nostri pensieri sanno essere, immediata, labirintica.
La protagonista è una donna che ha perso se stessa lungo la strada che l’ha fatta arrivare al presente. Da qualche parte nel passato, precisamente nel rapporto con Gandom (la su migliore amica) qualcosa si è frantumato.
Di tre puntini di sospensione in tre puntini di sospensione Sara Salar ci aiuta a ricostruire il presente e il passato della nostra narratrice, con una capacità di entrare nel cervello di una persona davvero notevole e con l’intensità della malinconia che tanto ci è cara.
E’ spettacolare arrivare in fondo al libro e rendersi conto che pur trattandosi di una storia che ha a che fare con una donna Iraniana, molto di quanto raccontato si può tranquillamente adattare ad un uomo italiano medio. E’ universale la malinconia, è universale il sentimento di perdita, la sensazione di aver preso una strada sbagliata, di essere potuti diventare una persona diversa da quello che si è. Nel caso della narratrice, qualcuno di meno dipendente dagli altri.
Anche se, la voce narrate, è sempre in bilico tra il non voler dipendere e il non saper essere colei su cui si deve far conto per vivere. Come succede quando si ha un figlio che ha bisogno di te per decifrare il mondo.
La presenza di Gandom è costante, ossessiva, al punto che mi viene da pensare che non esista distinzione tra narratrice e Gandom, che siano la stessa persona, che vivano in simbiosi una dentro l’altra. E a forza di contrasti si percepiscono lievi variazioni nella personalità della voce narrante. Forse, anche il solo fatto di fidarsi degli altri è un piccolo passo verso la nuova strada che si vuole seguire.
“Probabilmente mi sono persa” è un romanzo sulla ricerca, sul diradarsi delle nebbie del passato e lo scorgere, in lontananza, un piccolo lembo di terra da poter conquistare.
Coordinate:
Quando pensate ad una piccola casa editrice, beh ecco, Ponte33 è quella piccola casa editrice. Talmente piccola da fare le cose con amore e passione, talmente piccola da far uscire un titolo e farti venire una crisi di astinenza prima che esca il successivo. Non so quante persone lavorino a Ponte33, so che vorrei poterle ringraziare una ad una per la piccola collana di perle che stanno infilando una dietro l’altra.
Sara Salar è nata a Zahedan, piccola cittadina del Baluchistan iraniano, nel 1966. Laureata in letteratura inglese, ha iniziato la carriera letteraria come traduttrice facendo conoscere al pubblico iraniano Haruki Murakami.Probabilmente mi sono persa, pubblicato nel 2009, è il suo primo romanzo. Il libro ha conosciuto un immediato successo (quattro edizioni e 30 mila copie vendute in pochi mesi), aggiudicandosi anche il prestigioso premio letterario Golshiri. Questa in italiano è la prima traduzione in una lingua straniera. Sono in preparazione anche l’edizione inglese e tedesca. Sara Salar vive oggi a Tehran. È sposata con Sorush Sehat, sceneggiatore e noto interprete di serie televisive, e ha un figlio.
A tradurre questo libro dal persiano ci ha pensato Jasmine Nassir, che non conosco personalmente, ma che sento di ringraziare per l’ottimo lavoro fatto. Non è retorica, forse sono semplicemente adorante di fronte a chi riesce a trasportare in italiano un romanzo scritto in una lingua che sento lontano mille miglia dalla mia.