Come si va per funghi? E perché? Si va lenti, perdendosi, a volte, ascoltando il rumore degli scarponi che soffoca nel muschio. Si guarda a terra, cercando con speranza la meraviglia. Si va nel silenzio, all’alba. Si torna sempre con qualcosa, fosse anche solo un’esperienza.
Questa è una storia di ignoranza, la mia, e di un libro che ti cade addosso, che ti sceglie. È esile, grigio piombo, griffato Marcos Y Marcos. Lo apro, perché il titolo mi attira, io adoro i funghi e mi piaceva cercarli assieme a mio padre, da bambina. Scoprirò, poi, che l’autore è quel genio di Gandini, il fondatore della rivista Linus. Poco più di trenta pezzi, quasi tutti brevissimi.
“Troppo tardi
parto domani
su una nave di meloni
per le Azzorre”.
Mi è bastato questo, per partire con lui e i meloni.
Ci si accorge subito, leggendole ad alta voce ( lo faccio sempre, è una cosa che va fatta, la parola è suono) dell’importanza dei suoni, inseriti tra i versi sotto forma di parole, quasi come in un fumetto in cui ne potenziano il senso. A che servono i ricordi se non li scrivi, dice, e i suoi son fatti di frittate scosse (negli avanzi, legge la vita), di whisky rovesciati, e perdite di gas:
“…Scende
su gli anolini
lo Spirito Santo
per farli più buoni.”
La bellezza sta nel riuscire a descrivere stati più che malinconici, fisicamente dolorosi, come in mancanza d’organi, nei gesti quotidiani, routinari. Il tempo è una sigaretta da guardare mentre si consuma, ed è corta, ha un numero. Non c’è tempo, non abbastanza per potersi godere le piccole cose, non c’è tempo per raccogliere le viole, quindi il poeta cosa fa? Le compera:
“D’accordo
ci sono le viole,
ma chi ha il tempo
di andarle
a raccogliere.
Le compri all’angolo
allungate
con l’erba.”.
È uno dei temi centrali, il tempo (vorrebbe dormire tre giorni abbracciato alle zanzare), tanto che il poeta chiede di poter parlare veloce, ma di ascoltare piano (e andare piano, per non togliersi gli occhiali), lento, così:
“Voglio donne di mare bianco
e parlare veloce
e ascoltare lento
le cose della notte
le chiazze azzurre
di un numero-
voglio conoscere la terra
a piedi
-come per funghi-”.
Giovanni Gandini (Milano, 14 ottobre 1929 – Milano, 18 febbraio 2006) è stato un editore, scrittore e disegnatore italiano, conosciuto soprattutto per essere il fondatore della rivista Linus.
A metà degli anni sessanta, Gandini importò dagli Stati Uniti d’America i celeberrimi Peanuts, aprendo un mondo di slogan, battute e tormentoni, con i quali Charlie Brown, il bracchetto Snoopy, la saccente Lucy e il timido Linus, con la sua immancabile coperta, esprimevano disagi e incertezze di una generazione. Il giornale era edito dalla casa editrice Milano Libri, nata dall’omonima libreria gestita dalla moglie di Gandini, Anna Maria Gregorietti.
Oltre ai fumetti di Charles M. Schulz, Linus aprì alla controcultura americana ma anche al surrealismo latino, da Fernando Arrabal a Roland Topor passando per Copi. Ma sulla «rivista dei fumetti e dell’illustrazione» (il sottotitolo di Linus), comparvero anche Valentina di Guido Crepax, Pogo, Krazy Kat, B.C., Dick Tracy e Corto Maltese di Hugo Pratt. Il primo numero del 1965 conteneva anche interviste di Umberto Eco a Elio Vittorini e a Oreste Del Buono. Gandini diresse Linus fino al 1972, anno in cui cedette la guida della rivista a Del Buono.
I fumetti statunitensi erano tradotti magistralmente, lavorando di cesello sui nonsense di Pogo e sulle battute dei Peanuts e del Mago di Id, sovrapponendo al linguaggio originale il linguaggio giovanile italiano.
Non soltanto editore, Giovanni Gandini coltivava una vivace passione narrativa, con un gusto innato dell’ironia e della dissacrazione. Testimoni di questa sua vena narrativa sono i suoi libri, dalla raccolta di racconti L’orso buco a Piccoli gialli, a quella di elzeviri come L’ultimo pensiero fondente. Una vena ludica, appena velata di malinconia che si rivela anche in Caffè Milano, edito da Scheiwiller nel 1987. Oltre a Linus, Gandini è stato anche editore de Il Giornalone e di Uffa.
Bibliografia:
Caffè Milano, All’insegna del pesce d’oro, 1987
L’orso buco, Ponte alle Grazie, 1988
Come per funghi, Marcos Y Marcos 1992
Piccoli gialli, Marcos Y Marcos, 1996
Pensiero fondente, Ponte alle Grazie, 2003
Un milione di copie, Archinto, 2006
Storie Sparse, il Saggiatore, 2011