Quella di “Menù letterari” non è proprio una recensione…
Sono un divoratore di libri e penso che lo sia anche Céline Girard. Chi mi ha visto di persona avrà notato le mie forme tutt’altro che mingherline. Il fatto è che non divoro solo libri, sono indubbiamente goloso. La gola è il mio peccato capitale.
Potete immaginare con che curiosità abbia preso tra le mani un libro che unisce due delle mie passioni più forti. La cucina e la letteratura.
Il libro in questione è stato scritto da Céline Girard e si intitola “Menù letterari“.
Di cosa si tratta, dunque cara Céline Girard?
Il libro raccoglie ventiquattro ricette prese da altrettanti libri. Per un motivo o per l’altro nei libri menzionati l’autore aveva inserito un piatto tipico, uno sfizio, una curiosità culinaria. Girard le ha raccolte e le ha trasformate in ricette. Per cui, se leggendo le avventure del buon Maigret vi fosse venuta voglia di assaporare una deliziosa zuppa di cipolle ora avete la ricetta che vi spiega punto per punto come farla.
Il timballo di maccheroni de “Il Gattopardo”? C’è.
Le polpette de “I promessi sposi“? Ci sono.
Il menù francese di “Festa mobile“? Presente.
La Madeleine della “Recherche“? Ovviamente sì.
E poi molta altra carne al fuoco (non solo carne) per prepararvi e preparare un menù culinarletterario davvero stuzzicante.
Dessert.
Solitamente quando recensisco un libro non devo fare altro che leggerlo e poi buttar giù le cose che mi sono rimaste. In un certo senso devo dar tempo alle idee di essere digerite. In questo caso si è trattata di vera e propria digestione perché prima di mettermi a scrivere di “Menù letterari” ho voluto sperimentare di persone alcune delle ricette trascritte.
Non si tratta di un vero e proprio libro di cucina, si tratta di un modo di dare alle vostre letture una dimensione in più. Di affiancare alle pagine di “Lessico Famigliare” qualche buon smarren, o l’apple pie da “On the road” o qualsiasi cosa vi frulli per la testa.
Le ricette poi sono introdotte da qualche nota sull’autore del libro dal quale vengono estrapolate e corredate da foto e didascalie che rendono questo volume qualcosa di ibrido che vale la pena di affrontare.