La prima cosa che vorrei dire a proposito della graphic novel di Marino Magliani (sceneggiatura) e Marco D’Aponte (disegni) basata su “La luna e i falò” di Cesare Pavese è che, proprio come mi era successo per il lavoro precedente dedicato a “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, dopo aver voltato l’ultima pagina ho avuto il desiderio incontrollabile di rileggere il romanzo di Pavese. E ciò è dovuto al fatto che questa graphic novel sblocca ulteriori chiavi di lettura dell’opera di Pavese, ne regala sfumature nuove e fornisce elementi per indagare ancora più in profondità nello stile dello scrittore.
Come si può immaginare la graphic novel “La luna e i falò” ripercorre la trama del libro di Cesare Pavese. La sceneggiatura ha un tono molto vicino alla lingua di Pavese, in qualche modo incarna gli elementi che più mio colpirono all’epoca: disillusione, malinconia, violenza. Tutti elementi che i disegni di D’Aponte vengono resi palpabili, con i colori vividi, con il verde delle colline innestato di rosso premonitore, un rosso che presagisce la violenza che quelle colline saranno costrette a testimonia, non solo quella legata alla guerra, ma anche quella innata nella vita del contadino; ma anche gli scarti verso colori più cupi che mostrano l’America conosciuta dal protagonista prima di ritornare in Italia; e infine il bianco e nero che racconta l’autore Cesare Pavese, in un’ondata di meta narrazione che ci fa entrare e uscire da un piano all’altro, pieni complementari che si arricchiscono a vicenda.
Fin dalla copertina di quest’opera uscita per Tunué si percepisce l’atmosfera che costituisce il nucleo della graphic novel. Un’osservazione malinconia e obiettiva, un piano verde e rigoglioso minacciato da un cielo infuocato. Non ha fatto sconti Cesare Pavese quando ha scritto “La luna e i falò”, è andato nelle profondità dell’animo umano scrivendo in preda a un bisogno primario e non hanno fatto sconti nemmeno Magliani e D’Aponte nel rendere omaggio allo splendido romanzo di Pavese.
Rivivrete la storia di Anguilla di ritorno nel paese che l’ha visto crescere come tuttofare, rivedrete l’amico Nuto, e Cinto, il ragazzino storpio aperto alla vita con cui Anguilla si identifica, ma rivedrete anche l’orrore della guerra, la violenza e il peso della morte per chi resta vivo.
Per completare questa recensione torniamo all’inizio. La prefazione è curata da Marta Barone, una prefazione che fornisce già alcuni strumenti per entrare con consapevolezza all’interno del mondo creato da Marino Magliani e Marco D’Aponte. Se devo trovare un difetto alla prefazione posso dire che l’avrei voluta più lunga, perché al suo interno ho trovato quel tipo di sensibilità che tanto mi piace quando si parla di scrittori.
In ultima analisi, se avete amato il libro di Cesare Pavese vi consiglio di non farvi mancare questa graphic novel (ovviamente se non avete mai letto “La luna e i falò” questo è un’ottima introduzione alla sua opera), ma visto che ci siete, date un’occhiata anche alla graphic su “Sostiene Pereira”, non ve ne pentirete.