I racconti di Marcel Proust sono dei veri e propri capolavori. Si possono leggere ne Il piacere e i giorni, libro con il quale il grande scrittore francese esordì nel 1896.
Da quel libro, oggi di difficile reperibilità, Giuseppe Girimonti Greco e Ezio Sinigaglia hanno scelto alcuni racconti e li hanno nuovamente tradotti avvalendosi di una bella squadra di esperti. Il risultato è un libro prezioso da leggere e da avere.
Racconti, questo è il titolo uscito da Clichy, mostra tutto il genio dell’autore della Recherche.
Il filo rosso che lega le diverse storie è autenticamente proustiano. Marcel è straordinario nel raccontare quello che gli accade attorno.
Nell’effimero mondo mondano lo scrittore dà conto delle vite consumate dei suoi personaggi.
Nelle pagine giovanili di Marcel Proust ci sono già tutti i tormenti mondani ma soprattutto tutte le ossessioni che troveremo nel suo capolavoro.
Anche prima della Recherche Marcel Proust è stato un grande scrittore. Lo testimoniano questi racconti evocativi di tutto il suo mondo di amore e di illusioni che troveremo nel suo consacrato capolavoro.
Se volete iniziare un viaggio nel mondo di Marcel Proust è doveroso leggere le sue opere giovanili e in modo particolare i suoi racconti.
Il volume curato da Giuseppe Girimonti Greco e Enzo Signigaglia, che insieme a Mariolina Bertini, Federica Di Lella Ornella Tajani traducono nuovamente un Proust di cui si era persa memoria, è una bella occasione per riscoprire o per cimentarsi per la prima volta con il Marcel Proust degli esordi letterari.
Nei racconti del più grande dei scrittori francesi vi ho ritrovato tutti i tormenti dello scrittore e dell’uomo Marcel Proust.
Notevoli i ritratti dei suoi personaggi che in comune hanno la consapevolezza di non essere innocenti nella frequentazione mondana del loro universo in cui un grande vuoto si nasconde dietro le apparenze di una vita di società che altro non è che una tortura.
Anatole France nell’introduzione a Les plaisirs et les jours scrisse: «Proust non è affatto innocente.È sincero e schietto fino all’ingenuità, e piace così».
Il giovane Proust vi conquisterà allo stesso modo in cui siete rimasti affascinati da quello maturo, perché come giustamente osservò André Gide «tutto ciò che ammiriamo in Swann e nei Guermantes lo troviamo già qui, in filigrana, quasi insidiosamente anticipato: l’attesa infantile del bacio serale della madre, l’intermittenza del ricordo, lo stemperarsi dei rimpianti, la forza evocativa dei nomi e dei luoghi, i tormenti della gelosia, la seduzione dei paesaggi».