Non avevo mai letto un autore angolano prima di Manuel Rui. Non so se ci sia una “letteratura angolana” da approfondire, so che Manuel Rui con, “Magari fossi un’onda” ha scritto un romanzo breve/racconto lungo che mi ha tenuto compagnia per un paio d’ore facendomi ridere e poi pensare. Detto per inciso, “ridere e pensare” mi è sempre sembrata un’ottima accoppiata.
La storia. Diogo è stanco di mangiare pesce e riso (alimenti imposti dal rigido razionamento nazionale) decide di allevare un maiale per gustarselo poi con calma. Poco importa se il maiale deve essere allevato su un terrazzino del settimo piano, poco importa se i figli di Diogo, Ruca e Zeca, si affezionano a tal punto da cercare con la fantasia di salvar la vita al loro maiale (che chiameranno “Carnevale della vittoria”, poco importa se i vicini curiosi faranno di tutto per denunciare Diogo e famiglia, salvo poi decidere di far parte del banchetto finale.
Come detto, quello di Manuel Rui è un libro breve, un soffio d’aria fresca che vi farà però riflettere sui meccanismi contorti della burocrazia, delle dittature e sui rapporti che le persone intrattengono durante i periodi di dittatura. Infatti, in tempi cupi, le persone sono costrette ad accapigliarsi tra loro per un brevissimo squarcio di sole. Non c’è gloria in questo, solo tristezza. E’ una lotta tra poveri e viene da dire che chi ci rimette di più, sono i bambini. Ruca e Zeca, con la loro fantasia, con lo spirito di intrapendenza tipico dei bambini, cercano di piegare la realtà a loro piacimento, cercano di sfruttare l’assurdità del sistema a loro vantaggio. Purtroppo per loro, per quanto assurdo sia, il sistema è anche crudele e implacabile.
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Sto esplorando ora il catalogo de “La nuova frontiera“. Sono partito da Walsh e l’ambiente ispanofono per saltare a Manuel Rui e l’ambiente lusofono. Mi piace questo accostamento, mi piace che il primo libro letto mi abbia colpito e affondato, mentre questo mi abbia fatto riflettere presentandomi l’assurdità di certa politica.
Il libro è stato tradotto da Letizia Grandi. Il portoghese è una lingua bellissima e musicale, mi fa davvero piacere che la Grandi sia riuscita a mantenere la stessa bellezza e musicalità anche in traduzione. Davvero un bel lavoro.
Manuel Rui è nato in Angola nel 1941. Romanziere, poeta, critico letterario, saggista e cantautore, oltre ad aver scritto l’inno nazionale del suo Paese è stato anche il primo angolano a pubblicare un romanzo dopo la fine del regime coloniale (Sim Camarada, 1977). Collabora abitualmente a numerosi programmi radiofonici e televisivi.
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