Intro
Se nei prossimi giorni dovessi leggere con frequenza il nome di Luca Ricci e del suo libro “Gli autunnali” non me ne stupirei affatto. Ho letto “Gli autunnali” e mentre passavo da una pagina e l’altra mi arrivavano dei flash, dei frammenti di pensiero che poi alla fine mi hanno fatto capire che questo romanzo ha tutto quello che serve oggi per far parlare di sé.
Il motivi vorrei riuscirli a spiegare con coerenza e senza farfugliare, solo che mi rendo conto io stesso che alcuni sorgono da una zona in cui vivono i pensieri appena accennati, quelli che arrivano dal regno del subliminale e non sai mai dargli una forma concreta. In ogni caso ci proverò.
Trama
Iniziamo dalla città che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti. Si tratta di una Roma familiare, qualcosa che abbiamo già visto in qualche film o in qualche libro, ma che qui assume dei toni nuovi. Quasi fosse una cartolina con i toni virati al seppia. Roma diventa a momenti un labirinto e una prigione e dentro a queste quattro mura agiscono i personaggi. Il protagonista principale è uno scrittore di successo. Uno scrittore che ha alle spalle romanzi ben visti da pubblico e critica e che apparentemente non soffre del blocco dello scrittore tanto decantato da altri libri. Lui anzi cerca con piena coscienza di liberarsi della letteratura. In questo viene aiutato dal collega Gittani il quale dice: Uno scrittore è libero solo quando non scrive. Il nostro protagonista è sposato con Sandra. Il suo è un matrimonio ormai moscio, consumato dal tempo. La passione che brucia agli albori di una storia è ormai svanita. Il sesso serve a dare sollievo. In questo triste ménage familiare si inserisce il caso, forse, oppure un destino ben preparato. Mentre il nostro eroe dà un’occhiata ad un rivenditore di libri usati gli capita tra le mani un libro che parla di Modigliani. Ma ciò che attira davvero l’attenzione del nostro uomo è una particolare foto. Quella della donna di Modigliani: Jeanne Hébuterne. Questa giovane ragazza lo guarda dalla foto. Ha gli occhi profondi e scuri, la pelle bianca e i capelli neri come la notte. Questa giovane donna si farà volare da un palazzo con in grembo il figlio non nato di nove mesi. Poco più che ventenne decide di farla finita perché non può vivere senza Modigliani, deceduto poco prima. L’immagine di Jeanne entra nei sogni e nella vita dello scrittore e la stravolge fino a portarlo ad un epilogo drammatico in cui forse, cosa è reale e cosa no non ha più importanza. Il processo di decadimento è accentuato dall’entra in scena di Gemma e del compagno pittore e la sovrapposizione tra le fantasie e la realtà diventa un turbine. Tutto questo nella Roma autunnale.
Le cose tra le pagine
La storia di Modigliani e Jeanne fa da accompagnamento a quella del protagonista e della moglie Sandra. Quello che Luca Ricci mette in mostra può essere considerato il dramma della normalità. La distruzione della passione è difficile da accettare soprattutto se paragonata ai ricordi (che sono sempre più luminosi di quanto lo fosse la realtà) alla perfezione dei libri. “Gli autunnali” è un libro sul declino del rapporto amoroso, ma è anche altro. È ad esempio un parallelo tra lo scrittore e l’amico Gittani. Gittani che in qualche modo assomiglia al nostro protagonista, ma ne è una versione meno ipocrita. Uno che cerca la consolazione dalle ferite del vuoto nella carne. Uno che non ha bisogno di architettare trame complesse per giustificare un adulterio e forse uno che si è pure perdonato. Come dicevo Roma fa da sfondo a questa storia in cui viene estremizzato il concetto di relazione virtuale, di adulterio virtuale.
Conclusioni
Mi rendo conto di non aver spiegato chiaramente perché mentre leggevo “Gli autunnali” di Luca Ricci l’ho accostato allo Strega. Principalmente direi che l’ho percepito affine ad altre letture che quel premio lo hanno assaggiato. Questa necessità di scandagliare, di andare in profondità, di voler arrivare al nocciolo della questione attraverso ragionamenti complessi in cui, se vogliamo, il soggetto principale è sempre e comunque l’animo umano e il vuoto che si porta appresso.
Se tra qualche giorno questo libro sarà inserito nella lista dei libri selezionati per la prima fase del Premio Strega potrete dire che me lo sentivo. Se non dovesse succedere, cosa che ovviamente non auguro all’autore, direte che mi sono sbagliato o che magari si sono sbagliati loro.