Come sei diventato una libraia? (o Perché hai deciso di aprire la Libreria Contromano?)
Avete quel sogno che accarezzate da tempo ma non vi sembra mai il momento adatto per realizzarlo? Vuoi mettere i costi? E poi oggi chi legge più? E se va male? Insomma ci giravo intorno da anni, da quando in televisione guardavo la sit com Ellen in cui l’attrice Ellen Degeneres interpretava una libraia. Poi un giorno mi son detta: se non ora quando? E così in dodici giorni ho aperto la libreria. Ho scelto per comodità Velletri, il paese dei Castelli Romani dove vivo da anni e con tanta fatica e pochi soldi ho iniziato questa nuova avventura.
Da piccola cosa sognavi di diventare? Pensi che quello che fai oggi si avvicini in qualche modo a quello che sognavi allora?
Oddio, da piccola volevo fare la benzinaia, mi piaceva l’odore della benzina. Poi intorno ai nove anni le mie idee si sono chiarite: volevo scrivere, ma credo che mia madre sarebbe stata più contenta se avessi fatto la benzinaia… Sono una giornalista e da 13 anni racconto le storie degli altri e, da sette mesi, sono anche una libraia che passa le giornate consigliando le storie degli altri. Insomma credo di essere andata molto vicino al mio sogno da bambina.
Che tipo di libraia sei? Quando entra un cliente in libreria lo lasci curiosare tra gli scaffali o tenti di guidarlo con i tuoi consigli?
Sono una libraia ansiosa. Ogni volta che entra un cliente guardo la libreria con i suoi occhi e mi domando da lettore: mi piace, c’è tutto quello che vorrei leggere, ci sono i libri giusti. Ma poi alla fine mi rilasso e penso che non ci sono libri giusti o sbagliati ma solo quelli che ci piacciono e questo è troppo soggettivo. Passata la fase ansiosa osservo la persona e non so, capisci subito che tipo di lettore è. Se è uno che preferisce gironzolare da solo o una persona che deve essere presa gentilmente per mano perché davanti a troppa scelta rischia di non scegliere nulla. Certo nel mio mondo mi piacerebbe ‘obbligare’ le persone a leggere quello che piace a me, ma non si può fare… o almeno così mi hanno detto…
Ci racconti un aneddoto accaduto in libreria che ti ha reso orgoglioso di fare questo lavoro? E uno che ti ha lasciato l’amaro in bocca?
Una bambina di 12 anni ha risparmiato per settimane i soldi della sua paghetta per comprarsi il libro che voleva. Ogni tanto passava per rassicurarsi che non avessi venduto la sua copia. Ecco, il giorno che è entrata tutta sorridente perchè aveva risparmiato la cifra giusta, mi sono sentita al settimo cielo anche io. Invece rischio di diventare veramente sgarbata davanti a certe madri. Entrano già con la faccia scocciata perché le insegnanti, quelle insensibili, si sono permesse di chiedere ai figli di leggere un libro durante i mesi di vacanza estivi. Chiedono magari il libro che costa meno e quello con meno pagine, pagano come se ti stessero lasciando l’atto di acquisto della loro unica casa e se ne vanno dicendo: ma tanto non lo leggerà mai, sta tutto il giorno davanti alla playstation. Ecco mi debbo mozzicare la lingua per non rispondere: certo, visto il suo atteggiamento mi stupisco che suo figlio non ami la lettura alla follia. Ma anche qui ci sono delle eccezioni e penso che magari quel libro scelto così controvoglia possa far amare la lettura ad un adolescente ignaro.
Se potessi mettere le ruote alla tua libreria e spostarti in un’altra parte del mondo dove andresti e perché?
Dove andrei? Oddio, forse a New York e aprirei una libreria proprio dietro l’angolo. Ok, vedevo troppa televisione da piccola e si vede. Ma confermo, l’eccitazione della grande metropoli e dei molti movimenti culturali che sono nati nella grande mela sono, ai miei occhi, irresistibili.
Cosa pensi che possano fare i librai, gli editori e i lettori per promuovere l’amore per i libri e la lettura?
Non ho una risposta a questa domanda. Il problema è complesso ed ho poca esperienza per farne una analisi completa. Circoli di lettura, presentazioni, tante attività per i piccoli che comprendano le letture animate e i laboratori vari, dialogo, inclusione, noi facciamo il possibile e anche l’impossibile. Se fosse poi per i più piccoli sarebbe una passeggiata: sono attratti dai libri istintivamente e li vorrebbero tutti, poi però purtroppo, arriva l’adolescenza…