Titolo | Il tempo e l’acqua |
Autore | Andri Snær Magnason |
Editore | Iperborea (anno 2020) |
Traduzione | Silvia Cosimini |
“Il tempo e l’acqua” di Andri Snær Magnason è uno di quei libri che leggi senza sentire trascorrere il passare del tempo, è uno di quei libri che ti portano a rischiare di finire a Vicenza invece che a Venezia solo perché il treno che prendi tutte le mattine, in questo periodo pandemico, ha cambiato destinazione da un momento all’altro e anche se non so bene perché mi sembra di vedere in questo fatto personale un forte legame con ciò che Magnason scrive in questo libro.
Il timer è un ticchettio funesto, i secondi passano, l’orologio dell’apocalisse è pericolosamente vicino a mezzanotte, Trump ha boicottato tutte le politiche che dovevano salvaguardare l’ambiente, ha incentivato lo sfruttamento delle miniere di carbone, l’uso del carburante fossile, ha tolto gli Stati Uniti da almeno un paio di trattati sull’ambiente e, in tutto questo, Franzen dice che è già tardi, il pianeta è perso, dobbiamo imparare a convivere con quello che sta per accadere.
Magnason parte dalla propria terra, l’Islanda che io ho considerato sempre un paradiso in terra e un po’ alla volta ci porta con sé dentro al baratro. Si chiede: per quale motivo la platea di un convegno di scienziati che parlano della crisi climatica non sussulta e trema a ogni dichiarazione. Perché non svengono? Forse la risposta è che sono troppo vicini ai bordi del buco nero per rendersi conto di ciò a cui vanno incontro. E forse la sua risposta è quella corretta, forse ci hanno insegnato che c’è già un po’ di fatalismo dentro di noi.
Magnason dice anche che non spetterebbe a lui parlare degli argomenti all’intero de “Il tempo e l’acqua” ma che la maggior parte degli scienziati sono pessimi divulgatori, i numeri, le percentuali, non attraggono il pubblico. Uno che ha il dono della parola invece sì. Si è preso la briga di comunicarci il panorama che stiamo già vivendo senza che ce ne rendiamo conto e la situazione è tragica, tragica da generare tonnellate di ansia, se l’ansia si misurasse a chili, tragica al punto da voler cercare conforto a poco prezzo.
“Il tempo e l’acqua” è un libro pazzesco e scusare se non utilizzerò la parola “capolavoro” che ormai ha raggiunto lo status di parola inservibile. Ad un certo punto all’autore scopre che tra la mitologia islandese e quella buddista ci sono parecchi punti in comune. Tra tutti una mucca che con il proprio latte da la vita. A Magnason viene data la possibilità di intervistare il Dalai Lama e l’argomento trattato con più interesse ha a che fare con i ghiacciai del Nepal che si stanno sciogliendo e che rivelano un dato allarmante: la temperatura media lì sopra è salita ben più di quanto sia salita sul livello del mare. I ghiacciai che sono il nostro passato e il nostro futuro, che sono una macchina del tempo, che accumulano l’acqua nelle stagioni in cui questa cade abbondante e la rendono disponibile nelle stagioni in cui la siccità è più probabile ci stanno abbandonando. O meglio, siamo noi a costringerli ad abbandonarci e francamente, anche dopo aver letto il libro di Magnason la sensazione che sento più mia è quella del disorientamento che provo ogni volta che mi guardo attorno e fatico a riconoscere la stagione che ho attorno.
Sono tutti segnali. Segnali che Andri Snær Magnason ben sa mettere su carta. “Il tempo e l’acqua” di mette di fronte a una crisi senza pretendete che forse non è mai stato in nostro potere riuscire a fermare e che sembra non trovare mai spazio nelle agende politiche quotidiane.
Consiglio vivamente questo libro a tutti. Rifletteremo assieme sulle parole del Dalai Lama, su chi sia stato a uccidere l’ultimo esemplare di un uccello raro, su chi di noi sarà costretto a vedere la propria casa portata via dalla marea.
Iperborea fa un colpo da novanta con la pubblicazione di questo libro di cui spero si parli sempre di più. Traduzione di Silvia Cosimini.
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Andri Snær MAGNASON (1973) oltre che scrittore è un intellettuale, poeta, performer, attivista ambientale a fianco di Björk, candidato alle ultime presidenziali islandesi. Si occupa da molto tempo di divulgazione scientifica e temi ambientali. Tra gli altri suoi libri la raccolta di poesie Bonus (Nottetempo, 2016), il libro per bambini Lo scrigno del tempo (Giunti, 2019) e Dreamland: A Self-Help Manual for a Frightened Nation (Citizen Press, 2008) un saggio che denuncia lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali in Islanda, poi diventato un lungometraggio diretto dallo stesso Magnason e dal regista islandese Thorfinnur Gudnason.