Paratesto:
Alcune copertine sono subdole. Ti sembrano semplici, quasi inespressive. Tendi a pensarle un mero involcruo di quanto custodiscono. Fino a che non inizi a leggere il libro. E allora capisci che la fisarmonica è la voce della malinconia che ti accompagna per tutte le 400 pagine. Capisci che se la copertina ti è parsa discreta è solo perché non può e non vuole rubare la scena alla storia raccontata da Miki Bencnaan. Una storia che farete vostra.
Testo:
Alcuni libri racchiudono segreti che le copertina svelano appena. Ti aspetteresti che “l grande circo delle idee” fosse un libro minimalista, pulito, preciso nelle linee. Quasi asettico. Poi arriva la prima pagina e sperimenti un fenomeno che non ti capita molto spesso. Bastano poche righe e sei dentro alla storia. E la cosa si ripete ogni qual volta riprendi a leggere dopo una pausa. Non hai mai la sensazione di spaesamento che provi la mattina quando ti svegli in un letto che non è il tuo.
“Il grande circo delle idee” ti avvolge fin dall’inizio con una calda coperta di nostaligia e una scrittura calda, ipnotica, in grado di evocare immagini a ripetizione e in grado di rendere tutti i personaggi (davvero tutti) reali compagni di avventura, ognuno con il proprio tratto caratteristico.
L’inizio è spiazzante. In una casa di riposo vengono trovate morte due anziane signore, una di fianco all’altra. La stufa a gas si è spenta e loro due sono morte per le esalazioni. Quando Pinki, il nipote di Futerko, una delle due vittime, scosta il lenzuolo, si trova davanti ad uno spettacolo a dir poco particolare. Le due anziane sono morte abbracciate, una vestita da Elefante e l’altra da pagliaccio. Inizia qui un viaggio nella nostaligia che, saltando da un anno all’altro ci regala un ritratto meraviglioso di quello che significa essere anziani, di quello che significa essere diversi e di quanto lo spirito vitale scorra in noi a tutte le età.
Miki Bencnaan, grazie anche al suo lavoro di scenografa e costumista, usa la lingua come fosse un pittore e riesce a costruire immagini vivide che si parano davanti a noi mentre leggiamo e ci accompagnano lungo tutta la durata del libro.
Sembra esserci perfetta armonia tra stile e trama che riescono ad amalgamare le diverse voci che narrano la storia oltre che i salti temporali tra presente e passato, tessuti assieme senza che si abbia l’impressione di dover leggere pezzi separati tra loro.
“Il grande circo delle idee” è una lettura davvero piacevole, uno di quei libri che ti invogliano a perderci le ore di sonno per capire cosa c’è dietro a quel costume da elefante, come la cosa si intreccia con Pinki, Pesca, Leon e gli altri personaggi creati dall’abilità narrativa di Miki Bencnaan.
Quella di Giuntina è stata una scelta felice. Un romanzo che non deve passare sotto silenzio, perché sono certo che una storia come questa, raccontata in questo modo ve la vorrete godere.
Un’ultima cosa. Vi accorgerete, leggendo, di come con un paio di frasi la Bencnaan riesca a dipingere lo scorrere del tempo e delle stagioni che si susseguono, al punto che inizierete a sentire il freddo che l’inverno vi sta portando.
Coordinate:
Il motto che campeggia sul sito della casa editrice Giuntina recita: L’ebraismo a portata di libro. Non ci sarebbe altro da aggiungere per definire questa casa editrice. In realtà, a voler essere pignoli, si potrebbe dire che il compito che si sono prefissi è molto più arduo di quello che potrebbe sembrare ad un profano come me. Non si tratta infatti di prendere ogni libro uscito che abbia a che fare con l’ebraismo e tradurlo in Italiano. Si tratta di fare un’enorme dose di ricerca, scegliere solo il meglio e quindi farlo arrivare sulle nostre librerie. Credo che “Il grande circo delle idee” sia un libro emblematico di questo modus operandi. Un’ulteriore punto a favore di Giuntina è il voler condividere, quanto più possibile, una cultura. Ecco quindi che oltre alla narrativa è affiancata la saggistica e, di recente, Parpar, la collana per i bambini.
Miki Bencnaan è nata a Tel Aviv. Oltre che scrittrice è scenografa e costumista per il National Habima Theater. Insegna presso la Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme. Ha inoltre fondato una start-up che sviluppa tecnologie per il campo medico. Il grande circo delle idee è il suo primo libro pubblicato in Italia, definito da Ha’aretz «un romanzo da accogliere con una grande ovazione».
Un grande libro ha bisogno, anzi necessità come se fosse aria, di una grande traduzione. Anna Linda Callow non deve avere avuto vita facile a tradurre “Il grande circo delle idee”, se non altro per la lunghezza del testo. Ma l’impressione che uno riceve nel leggere questo libro è di perfetta armonia, come se fosse stato progettato in italiano sin dall’inizio. Non so pensare a niente di migliore per una traduzione.