E’ proprio vero. Non si finisce mai di imparare, ogni giorno si scopre qualcosa. Si vive nella convinzione che il gioielliere sia una persona distinta, dai guadagni sostanziosi e certi, fino a quando non vengono pubblicate le tabelle relative alla dichiarazione dei redditi dell’anno precedente. Come ci si resta male! No, contrordine: meglio essere impiegato, commesso, piuttosto che essere titolare di una gioielleria. Pensate, in media, guadagnereste 17.300, poco più dei tassisti. E non parliamo dei parrucchieri, fermi a 15.300, oppure dei titolari di un istituto di bellezza. Non può che destare profonda e cupa tristezza la situazione in cui versano i gestori di night club e discoteche che sono addirittura in perdita.
Ogni anno, la stessa storia. I veri vessati sono i dipendenti, coloro i quali ogni fine messe si vedono trattenuti dallo Stato una fetta consistente del proprio stipendio: tasse su tasse, senza possibilità di scampare. C’è chi paga e chi fa il furbetto, perché lo può fare. Troppo semplicistico ridurre il discorso a un contrasto tra un’Italia migliore, quella che paga, e quella peggiore che evita di pagare. Tra noi italiani manca il senso civico, siamo allergici alla responsabilità collettiva. Se ognuno di noi portasse il proprio mattoncino, pagheremmo tutti di meno, mentre così il conto viene presentato sempre ai soliti noti.