Ci si può affezionare ad un personaggio anche se non lo vorresti mai come amico, ma proprio mai nella vita? Può essere che il potere della letteratura passi anche da questo? Farci vedere cose e persone totalmente distanti da noi che però in qualche modo, proprio con noi, riescono a creare un legame?
Questi sono alcuni dei quesiti che mi sono fatto leggendo il libro di Sandro Frizziero “Confessioni di un Neet” pubblicato da Fazi Editore nella collana “Le meraviglie”. Collana dal taglio ironico e umoristico che ha visto come ospiti quel Muzzopappa apprezzato in Italia e all’estero e altri autori che sulle pagine di Senzaudio hanno già lasciato qualcosa (Mussinelli tra tutti).
Prima che ve lo chiediate ve lo dico io. Neet è un acronimo che sta per “Not in Education, Employment or Training”, in pratica: non studio, non lavoro e non sto facendo formazione. Che è un po’ come dire, in questo momento, che non sono niente per la società.
E il protagonista di questo libro, il nostro narratore sincero, in effetti, per certi versi, è un nulla. Non vuole un lavoro, non è interessato a rapporti reali, ma quelli virtuali vanno bene perché non lo impegnano. Anche il rapporto con la famiglia deve essere ridotto all’osso. A patto che la madre gli prepari da mangiare e lo curi come fosse un bambino.
Il Neet così. Autoesiliato nella propria camerata. Fruisce della vita attraverso i canali informatici. È acido, irriverente, sarcastico ed ironico. Tutto per mantenere le distanze. È misantropo e caustico, si ribella alle convenzioni della società convinto di essere l’unico depositario della verità. Vuole bastare a se stesso e ingannare gli altri che, in preda alla loro ignoranza, non capiscono che lavorare e gettarsi nelle relazioni è una forma di controllo perpetrato dalla società nei nostri confronti. In pratica, il messaggio che il narratore vorrebbe far passare è che nulla conti veramente.
In realtà “Confessioni di un Neet” mi sembra prendere le mosse da una serie di comportamenti ben radicati tra di noi. Gli Otaku sono solo il primo esempio che mi viene in mente, ma più in generale spesso corriamo il rischio di nasconderci nel virtuale per paura di comprometterci o semplicemente di metterci in gioco. Il Neet dunque esagera e porta all’estremo questi tratti salienti della società contemporanea e, mescolandoli con una buona dose di ironia, stravolge il messaggio che il narratore vorrebbe far passare.
Non è vero che nulla conta, è solo paura.
Sandro Frizziero è nato a Chioggia nel 1987 e insegna Lettere negli istituti superiori della sua città.